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ASCOLI PICENO – Anche la Cgil interviene nella discussione sull’esaurimento della quinta vasca Relluce e si dice disponibile a offrire il proprio contributo per la risoluzione della questione. A partire dal primo settembre, infatti, i rifiuti del Piceno probabilmente verranno trasferiti in un’altra Provincia. Non si è ancora giunti a un accordo tra Ascoli Servizi Comunali e i Comuni del Piceno che conferiscono in Relluce, mentre la vicenda si fa sempre più complessa e inasprisce le posizioni politiche tra Ascoli e il resto della Vallata con San Benedetto che richiedono con urgenza un’assemblea dell’Ato. Il progetto della sesta vasca è in fase di stallo e vede il Comune di Appignano con la sindaca Agostini sul piede di guerra per evitare l’ampliamento della discarica.

“Per l’ennesima volta, leggiamo sui giornali locali la discussione sulla sesta vasca discarica di Relluce e sui danni ambientali che ne deriverebbero – si legge in una nota del sindacato -. La Cgil di Ascoli Piceno, già da qualche anno, propone di aprire una discussione nel territorio, in quanto queste tematiche possono attivare sviluppo e occupazione, oltre a ripristinare un assetto normale del territorio stesso”.

“Occorre una visione di politica industriale a partire da un coordinamento istituzionale – continua – per sviluppare una forte e mirata raccolta differenziata, con riciclo e riutilizzo dei materiali. È necessario il coinvolgimento di imprese, specializzate o da specializzare attraverso la ricerca nel riutilizzo dei materiali.  Occorre considerare il comparto come vera e propria risorsa e come settore produttivo industriale complessivo, che può avere un notevole sviluppo se ad esso si affiancano il sistema della ricerca e dell’Università”.

“La politica si è posto il problema delle ricadute sui cittadini dell’aumento dei costi, dell’assenza di politiche di sviluppo e occupazione nei settori che possono dare impulso al territorio o continua ad inseguire, dividendosi, le scelte di aziende che in passato non hanno mai visto interventi mirati al consolidamento nel Piceno?” chiede infine la Cgil.

 

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