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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo la raccolta firme e l’incontro con l’Amministrazione comunale, i residenti e i commercianti di via Asiago e viale De Gasperi tengono ancora in auge la querelle attorno all’incrocio. I promotori della protesta si chiedono che fine abbia fatto il Piano per la sicurezza stradale del 2007.

LA CONTESTAZIONE – Quali sono i documenti che hanno portato alla chiusura dell’incrocio di viale Asiago e viale De Gasperi adottata in via sperimentale? Risponde ai requisiti di sicurezza fissati dal Piano? Queste le domande poste a margine di una lettera indirizzata al primo cittadino Giovanni Gaspari, all’assessore alla Viabilità Luca Spadoni e al dirigente dei Vigili Urbani, in cui si tornano a puntualizzare i disagi che la chiusura dell’incrocio ha provocato.

LA RICHIESTA – Per rispondere ai quesiti che tengono accesi gli animi della protesta, che va avanti ormai da giorni, anche la proposta al Comitato di quartiere Sant’Antonio di richiedere l’accesso agli atti che hanno portato al provvedimento tanto contestato e la successiva discussione in un’assemblea pubblica. Già pronte delle proposte alternative: attraversamenti pedonali rialzati, regolamentazione del traffico col sistema del traffic-calming o una piccola rotatoria accompagnata dalla segnaletica verticale.

LA PROTESTA CONTINUA – Forti di 1269 firme, si annunciano sit-it e manifestazioni; i cittadini malcontenti si sono affidati anche al Gabibbo di “Striscia la Notizia”. Chiaro, la sicurezza prima di tutto, ma – come lamentano i commercianti – con questo provvedimento in via Asiago non transita più nessuno. Per molte persone, insomma, è incredibile pensare come in una zona ricca di infrastrutture e densamente popolata (a ridosso di 4 scuole, uffici comunali, uffici postali e diverse attività commerciali) sia ridotta a due vie fantasma.

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