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ROMA – Quale sarà la futura configurazione delle Province – divenute con la riforma Delrio enti di secondo grado o di area vasta – ancora nessuno lo sa con certezza. Non si è entrati ancora nel vivo della riorganizzazione prevista dalla legge 56/14 e molti sono gli interrogativi irrisolti che precedono ogni eventuale azione attuativa di riordino. Azioni che andranno a modificare lo status quo vigente, intervenendo sulla gestione finanziaria e del personale, sulla suddivisione di funzione e comparti.
Nel frattempo i rappresentanti in Parlamento si mobilitano per far in modo che venga accelerato il processo di conversione dell’ente previsto dalla legge. Due sono gli ordini del giorno sottoscritti anche dall’onorevole Luciano Agostini (PD) che sono stati accolti dal Governo.

IL PRIMO ODG – La Camera, premesso che: la Legge numero 56 del 2014 «Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni» ha ridisegnato ruolo, confini e competenze dell’amministrazione locale, trasformando sostanzialmente le Province e le città metropolitane in enti di secondo grado; che complessivamente, ancor prima di giungere ad un riordino delle competenze, ed in attesa di una riforma organica in grado di garantire continuità dei servizi a cittadini ed imprese, salvaguardia delle professionalità impiegate negli enti, stabilità dei livelli occupazionali, tra il 2011 ed il 2013 i bilanci delle province sono stati decurtati con legge di oltre 2,1 miliardi di euro; che per il solo 2014 i tagli a carico delle Province assommano ad ulteriori 1,6 mld; il provvedimento in oggetto (Legge di Stabilità 2014) interviene con un taglio «della spesa corrente di 1.000 milioni di euro per l’anno 2015, di 2.000 milioni di euro per l’anno 2016 e di 3.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017»; che nel maxiemendamento nei commi dal 421 al 429 si prevede per le Province un taglio delle dotazioni organiche «in misura pari al 50 per cento del personale di ruolo al 9 aprile 2014, e del 30 per cento per le città metropolitane»; che alla luce di tale previsione circa 20000 unità di personale dovrebbero essere dichiarati «soprannumerari», e ricollocati in altri uffici pubblici di Comuni e Regioni entro due anni, in caso contrario dal 2017 saranno messi in mobilità. Impegna il Governo: nel rispetto degli impegni assunti, degli atti di indirizzo già approvati dalla Camera, a porre in essere ogni atto necessario per la tutela dei dipendenti attualmente in ruolo nelle province; ad assicurare condizioni certe volte a garantire il totale assorbimento delle posizioni soprannumerarie, a monitorare gli effetti prodotti dalla norma, anche al fine di evitare che le misure previste a decorrere dal comma 428 medesimo articolo unico della legge in approvazione non consentano una piena tutela dei lavoratori.

SECONDO ODG – La Camera, considerate le norme di carattere finanziario e ordinamentale che interessano le Province e le Città metropolitane, contenute nella AC 2679-bis-B legge di stabilità 2015 ed in particolare: visto il contributo al risanamento finanziario del Paese richiesto al comparto Province e Città metropolitane nell’anno 2015 pari a 1 miliardo, che si aggiunge alla riduzione di 2.560 milioni operata – a legislazione vigente – negli anni 2010-2014, per complessivi 3560 milioni previsti per l’anno 2015 (nel 2016 saranno 2 miliardi e nel 2017 3 miliardi) con un impatto di riduzione della spesa corrente per servizi, al netto di quella di personale e ammortamento mutui, di quasi il 30 per cento; visto che attualmente ci sono già due Province che hanno dichiarato il dissesto e cinque Province che hanno avuto accesso alle procedure di predissesto; visto il sensibile calo delle entrate proprie provinciali, che al 30 novembre 2014 faceva registrare un – 12 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013; vista la legge cd «Delrio» n. 56/14 approvata nello scorso mese di aprile e che ad oggi ancora non ha determinato alcun provvedimento normativo attuativo, ad eccezione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 settembre 2014 che reca solo i criteri per l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse con l’esercizio delle funzioni provinciali; visto il processo di ricollocazione definito nel disegno di legge di stabilità AC 2678 con il quale si prevede che entro il 31 dicembre 2016 i dipendenti delle Province e Città metropolitane definiti come soprannumerari saranno messi in mobilità per essere ricollocati nei ruoli di Stato, Regioni ed enti locali, successivamente al quale si avvierà il processo di messa in disponibilità di cui all’articolo 33 del decreto legislativo n. 165 del 2001; considerata la necessità di garantire nel frattempo, l’erogazione dei servizi e lo svolgimento delle funzioni nelle Province e nelle Città metropolitane, servizi e funzioni messi a dura prova dal contributo finanziario richiesto al comparto. Impegna il Governo: ad accelerare il processo di riordino previsto dalla legge n. 56/14, prevedendo anche l’esercizio del potere Sostitutivo a decorrere dal 30 marzo 2015, in caso di inerzia del legislatore regionale; a valutare, in corso di predisposizione della legge di stabilità 2016, risultati e l’effettiva sostenibilità del contributo posto a carico di Province e Città metropolitane, per gli anni 2016 e 2017, tenuto anche conto della necessità di garantire, attraverso il gettito dei tributi provinciali, le funzioni fondamentali di Province e Città metropolitane, così come previsto dalla legge n. 56/14; ad eliminare le sanzioni a carico delle Province e Città Metropolitane non adempienti al patto di stabilità 2014, e ad eliminare gli obiettivi di patto 2015 in virtù del fatto che si tratta di nuovi enti locali, completamente riformati nella governance e nelle funzioni assegnate; a valutare approfonditamente i contenuti delle norme di seguito citate al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a far slittare i termini di definizione del contributo richiesto a carico di Province e Città metropolitane di cui ai commi 418 e 419 del disegno di legge AC 2679-bis, ad una data successiva al completamento del riordino da parte dello Stato e delle Regioni; a consentire, in via eccezionale ed in deroga alla normativa vigente, che Province e Città metropolitane possano predisporre il solo bilancio di previsione 2015 in data successiva al completamento del riordino da parte dello Stato e delle Regioni; si invita il Governo a garantire le risorse necessarie a coprire il costo del personale precario oggi in forza nelle Province e nelle Città Metropolitane – nonché il personale delle società partecipate strumentali –, ed i cui contratti non possono essere reiterati in virtù di quanto previsto al comma 420.

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