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ASCOLI PICENO – Dopo l’acceso consiglio comunale, in cui protagonista è stata la discussione della riforma dell’Ente Quintana, anche la consigliera Laura Balestra, interviene in merito alla questione.
Al centro della polemica, la compatibilità tra la politica e la struttura organizzatrice della manifestazione, con la possibilità, prevista nello Statuto, di ricoprire contemporaneamente la carica di consigliere comunale e caposestiere.

LA NOTA DI BALESTRA – “Il nuovo Statuto della Quintana – commenta Balestra -, approvato nell’ultimo Consiglio Comunale a colpi di maggioranza e non condiviso pienamente dall’opposizione, non rappresenta alcun punto di svolta in merito alla questione della separazione della politica dalla manifestazione di rievocazione storica della città di Ascoli, anzi, è un esempio lampante di ‘gattopardismo politico’, in cui tutto è stato cambiato perché nulla difatti cambiasse. Con questo documento la politica è oggi più che mai al centro della rievocazione nei suoi organi direttivi principali e nei sestieri. Secondo il nuovo Statuto tipo di Sestiere, ad esempio, un consigliere comunale potrebbe rivestire il ruolo di Caposestiere, così come un assessore o un consigliere potrebbero clamorosamente ricoprire il ruolo di Console. Il prestige dell’incompatibilità è stato sapientemente orchestrato e camuffato facendo sì che nulla cambiasse. In relazione poi alla effettiva entrata in vigore delle norme statutarie, la maggioranza ha deciso di non renderle immediatamente applicabili, scegliendo di differire inspiegabilmente l’esecutività delle stesse al 31 dicembre 2015. Purtroppo a niente sono valsi i vari emendamenti da me presentati assieme al consigliere Emidio Pierlorenzi, che andavano nella direzione e nella tutela massima di trasparenza e garanzia di una effettiva scissione fra politica e Quintana, in relazione alla questione dell’incompatibilità tra cariche politiche e quintanare. Gli emendamenti non hanno avuto approvazione. La maggioranza, con il suo silenzio assordante, si è blindata nei numeri senza lasciare la possibilità di intavolare una discussione costruttiva di sintesi, da me peraltro cercata attraverso la richiesta di una breve sospensione dei lavori, prima accordata e poi non concessa, che avrebbe potuto portare all’approvazione di uno Statuto emendato e condiviso in maniera unanime per la valorizzazione dell’evento-Quintana. Questa riforma, così come è stata dalla maggioranza votata, non rappresenta né un cambiamento né una svolta, anzi è un’involuzione che ha contribuito a radicare come prima e più di prima la politica, attività tutta pratica e per sua natura estranea a ciò che di culturale e sacro rappresenta la Giostra stessa, nel contesto festivo di una manifestazione legata indissolubilmente alla festa del patrono S. Emidio fin dagli antichi Statuti. Nei fatti ad uscire sconfitta da questi eventi non è una parte politica, ma la Quintana stessa”.

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