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ASCOLI PICENO – La vicenda del Sert pare aver spaccato il consiglio comunale, tra chi ritiene di “aver liberato Monticelli” come il presidente del consiglio Marco Fioravanti e chi invece parla di vera ghettizzazione degli utenti della struttura. Sulla questione interviene anche il consigliere Roberto Allevi (PD) che dichiara: “Leggo con amarezza i toni trionfalistici con i quali il sindaco di Ascoli Piceno ed il presidente del Consiglio Marco Fioravanti prendono atto della decisione della Dirigenza ASUR di spostare il Sert in una zona della città distante, pressoché isolata e in gran parte destinata ad insediamenti industriali: di fatto una ghettizzazione”

IL SERT – “Ricordo che il Sert – continua Allevi – è un servizio che l’Istituzione Pubblica offre agli utenti che si trovano in condizioni di gravi difficoltà e fragilità legate alla dipendenza da droghe ed altro, alle quali sono correlati i problemi di astinenza e degrado esistenziale e sociale. È evidente che un tale servizio pubblico deve organizzare per tali persone spazi e luoghi capaci di favorire un clima ‘istituzionale’ accogliente ed in grado di non sviluppare emotivamente una ulteriore resistenza al servizio. Quanto più sarà accogliente l’ambiente in cui si sviluppa il Sert, tanto più sarà possibile agganciare le persone al servizio, vincendone la ritrosia e resistenza e motivandoli ad un percorso terapeutico che li porti alla ricostruzione di condizioni fisiche, psicologiche e sociali gravemente compromesse. Di fronte alla delicatezza di un tale problema, che coinvolge moltissime famiglie ascolane, che risposta è spostare il Sert fuori da un presidio ospedaliero e trasferirlo in un luogo isolato ed in gran parte destinato agli insediamenti industriali? Come sarà vinta la resistenza all’approccio al servizio? Come potranno essere recuperati tanti ragazzi che vivono questa gravissima emergenza, se vengono isolati, confinati e spostati in campagna?” Queste le domande di Allevi.

“La verità – conclude – è che il Sert sta a Monticelli perché c’è l’ospedale e molti dei nostri giovani si avvicinano a tale servizio di recupero proprio perché è collocato lì.
Peraltro quanto costerà in termini di affitto la nuova struttura, mentre i locali dell’attuale sede sono di proprietà della ASUR? Con tali costi, se il problema era la sicurezza (in verità non risultano la miriade di atti criminali citati da sindaco né i danni a cose delle zone circostanti, nella media con tutti gli altri quartieri), non si poteva semplicemente aumentare il servizio di vigilanza?
Avremmo gradito che il sindaco Castelli ed il presidente del Consiglio Fioravanti esultassero perché Monticelli si era finalmente liberata dalle droghe e non di un servizio sanitario, così come, ad esempio, avremmo dovuto gioire per una Ascoli liberata dal disagio psichico mentre, purtroppo, abbiamo assistito solo alla ‘liberazione’ della chiusura del reparto di Psichiatria. Ma il disagio psichico rimane, così come il problema droga, cui il servizio sanitario Sert cercava, e cerca, di dare una risposta. L’amarezza aumenta se penso che tale decisione, di concerto con il sindaco, sia stata assunta dalla ASUR Area Vasta 5 e cioè da una azienda che dovrebbe essere molto sensibile a tali problematiche e che invece in questa occasione ha ignorato ogni e più elementare regola di solidarietà e tutela di chi vive in situazioni di grave disagio esistenziale”.

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