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Ogni anno, la cerimonia degli Oscar si porta dietro immancabili strascichi polemici, con battaglie entusiasmanti tra euforici e scandalizzati, tra chi osanna il miglior film gridando al capolavoro e chi lo addita con epiteti di fantozziana memoria. Non poteva certo esimersi l’edizione 2015, di cui avevamo parlato la scorsa settimana. La premiazione di Birdman di Alejandro González Iñárritu con la statuetta più ambita ha creato due schieramenti ben distinti: da una parte chi, come il sottoscritto, ne ha apprezzato ogni sfumatura, al punto da annoverarlo tra le opere più interessanti degli ultimi tempi; dall’altra chi ha visto nelle coraggiose scelte registiche un eccesso di stile autocompiacente al servizio di una storia priva di spessore, con lo scopo velato di strizzare l’occhio ai cinefili in cerca d’arte.

Ma la verità, così come la bellezza, è nell’occhio di chi guarda. E proprio il concetto di verità è uno dei pilastri su cui si sviluppa il film. La storia è incentrata sul tentativo di riscatto dell’attore Riggan Thompson (Michael Keaton), caduto nell’oblio dopo il successo per l’interpretazione del supereroe alato Birdman, icona da cui vuole liberarsi ricercando se stesso nell’allestimento di uno spettacolo teatrale.

Iñárritu guida lo spettatore nella testa del protagonista, interpretato non a caso da un attore ancora legato a un supereroe cinematografico di vent’anni fa, e lo fa azzardando un quasi ininterrotto piano sequenza, con un ritmo incalzato dalla costante presenza di una batteria percepita come suono esterno ma visibile in alcuni passaggi, in una continua sospensione tra realtà e finzione. Lo spettatore viene frustato dal vorticoso incedere della macchina, senza percepire il limite tra la verità di ciò che viene raccontato e l’immaginazione di un protagonista vittima del suo ego ed in lotta con l’alterego (identificabile con Mike Shiner, interpretato da Edward Norton).

Ego e alterego, verità e finzione, amore e dissapore. Dualismi al servizio di un viaggio che scava attraverso piani infiniti e si presta dunque a diverse letture, verso un finale che raccoglie altri finali per restare sospeso, ancora una volta tra verità e illusione. Birdman, come dichiara il regista, è un film sperimentale che affronta una pluralità di temi, che vanno dalla ricerca di sé e del proprio posto nel mondo al rapporto conflittuale con gli altri, dalla necessità dell’isolamento al bisogno di considerazione, tra voci interiori e dialoghi serrati, costantemente in bilico tra il dramma e la commedia.

REGIA: Alejandro González Iñárritu

ANNO: 2014

GENERE: Commedia

DURATA: 119 minuti

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