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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Siamo alle ultime battute in Grecia e i sondaggi, diffusi venerdì 3 luglio, parlano di un pareggio tra il SÌ (Nai) e il NO (Oxi). Il referendum, lo ricordiamo, è previsto per domenica 5 luglio, i seggi apriranno alle 7 chiuderanno alle 19, i primi risultati preliminari saranno resi noti verso le 20- 20:30 (ora italiana). Se la vittoria non è attualmente attribuibile, un dato certo, che pesa già da ora sulle spalle dei greci, è che la liquidità delle banche sarà sufficiente per continuare a operare fino a lunedì sera. E per “continuare a operare” s’intende il prelievo quotidiano al bancomat di 60 euro. Nelle ultime ore, si sarebbe diffusa la voce che la Bce, in caso di vittoria del No, potrebbe interrompere la procedura di emergenza con cui assiste le banche greche e che, il Governo greco, per ricapitalizzare le banche, potrebbe di conseguenza imporrebbe un prelievo del 30 per cento da tutti i depositi superiori a 8 mila euro. La notizia sull’eventuale ricapitalizzazione è stata però subito smentita dal Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, il quale ha definito i creditori dei terroristi.
Ora è evidente che il futuro della Grecia risulti comunque vada, incerto. Ma vediamo cosa si prospetta.

SE VINCESSE IL NO – Salterebbero tutti gli accordi e secondo  Alexīs Tsipras il No rafforzerebbe la posizione greca che potrebbe così riprenderebbe i colloqui con i creditori al tavolo delle trattative “Ma questa affermazione – si legge sull’Ansa – è stata confutata da molti protagonisti europei della trattativa, in primis dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem”. Con la vittoria del No, la Grecia potrebbe rimanere isolata rispetto all’eurozona e rischiare il default a causa di un eventuale collasso bancario. Alcuni parlano della reintroduzione di una moneta parallela o addirittura di un’uscita della Grecia dall’euro. Non si può prevedere cosa succederebbe con un ritorno alla Dracma ma in un settore come quello dell’energia, che in pochi hanno considerato, Atene potrebbe trovare la più grande sciagura. Non avendo negli anni fatto politiche Ambientali che puntassero alle rinnovabili, la Grecia rimane ancorata prevalentemente al petrolio, che è legato al cambio in dollaro/euro.

SE VINCESSE IL SÌ– La situazione politica greca subirebbe un terremoto dovuto alle dimissioni, già annunciate in caso dovessero perdere, di Tsipras e un numero di deputati della Nea Demokratia,(Nuova Democrazia) che non permette il raggiungimento dei 151 voti che servono per costituire una maggioranza. Si ipotizzerebbero quindi due scenari: uno che prevede il sostegno di Syriza e dei Greci Indipendenti e l’altro è che Tsipras resti comunque in carica per avviare i nuovi negoziati con i creditori per lasciare una volta che la situazione diventi più stabile. In caso di vittoria del SI, ci sarebbe da rispettare una scadenza incombente del 20 luglio: “entro questa data – sempre fonte Ansa – la Grecia dovrà pagare i 3,49 miliardi alla Bce.

GRECIA VISTA DALL’ITALIA – Negli ultimi giorni il dibattito sulla Grecia ha acceso i toni all’italiana maniera e le discussioni, più o meno sensate, hanno lasciato il posto ai soliti insulti reciproci, soprattutto sui social. Il ritornello è sempre lo stesso, tipico di una qualsiasi partita di calcio, con una tifoseria che spesso del calcio ignora persino le tecniche. Al centro della polemica un unico personaggio, Alexīs Tsipras, che da mesi ha risvegliato la passione e la speranza in una nuova politica, delle frange più estreme della sinistra italiana e al quale strizzano un occhio anche gli antieuropeisti di destra, ma che è anche criticato da chi pensa che il “basta alla austerità” rimarrà uno slogan elettorale se non si operano delle serie riforme e che si sia lavato le mani su un’importante decisione, con il referendum.
Al di là dei pensieri discordanti sarà il popolo greco che dovrà, comunque vada, scontare la propria scelta. Diceva il grande eroe della resistenza greca contro la dittatura dei colonnelli, Alexandros Panagulis: “Mi crederanno. Perché mi credono capace di tutto, anche di distruggere il Partenone.”. ”Lo distruggeresti davvero?” – gli chiese la giornalista Oriana Fallaci, che fu per un periodo la sua compagna,“Neanche morto”, rispose lui.

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