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ANCONA – Il sistema manifatturiero delle Marche vede la crescita di produzione e fatturato anche se l’occupazione resta al palo, a sostenerlo è il presidente Unioncamere Marche Graziano Di Battista, che ha presentato i dati dell’indagine trimestrale “Giuria della Congiuntura”, realizzata dal Centro Studi Unioncamere. Tra i settori produttivi, la crescita è stata trainata dalla meccanica che ha visto la produzione aumentare del 12,8%; bene anche le industrie chimiche, petrolifere e plastiche (produzione +5,5 e fatturato +6,6), il legno mobile (produzione +4,0 e fatturato +5,2) e le industrie dei metalli dove la produzione è salita del 3,5% e il fatturato di quasi il doppio. Positivi anche i risultati dell’elettronica e del calzaturiero dove la produzione (+2,7) cresce più del fatturato (+1,4). Continua, invece, a perdere colpi il tessile abbigliamento e l’industria alimentare con un calo produttivo e di fatturato.

IL REPORT – “Tra l’inizio di aprile e la fine di giugno – ha affermato Di Battista – la produzione delle imprese manifatturiere marchigiane è aumentata del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora meglio è andata al fatturato, con un incremento del 5,3% mentre gli ordinativi sono cresciuti del 4,7%. Unica nota stonata – precisa Di Battista – i dati sull’occupazione nelle 19.725 imprese manifatturiere della regione, che registra una contrazione dell’1,7%. Questo perché la ripresa è ancora incerta e le aziende, prima di tornare ad assumere, attendono che si consolidi”.

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I MERCATI – Secondo l’indagine congiunturale di Unioncamere Marche, è ancora il mercato estero a fare da traino, con una crescita del fatturato verso gli altri Paesi dell’8,9% e degli ordinativi esteri del 6,2 per cento. Sul mercato interno, le imprese manifatturiere delle Marche registrano invece una crescita del fatturato del 3,2% e degli ordinativi del 3,8%. In aumento anche le settimane di produzione assicurata che, tra il primo e il secondo trimestre dell’anno passano da 5,6 a 6,7 con una punta di 14,3 settimane nella meccanica. Resta basso il grado di utilizzo degli impianti, che tra aprile e giugno, è stato del 63,3%. “Insomma – sostiene Di Battista – se aumenta la domanda, le nostre imprese sono pronte a soddisfare le richieste del mercato e a tornare ad assumere nei settori tradizionali del manifatturiero marchigiano. Perché questo si realizzi, occorre creare le condizioni per una ripresa stabile e duratura del mercato interno, riducendo il costo del lavoro e le tasse su famiglie e imprese”.

CONTROTENDENZA PER ARTIGIANI E PMI – Meno consistente la ripresa nell’artigianato e nelle medie imprese tra dieci e cinquanta dipendenti. Nelle imprese artigiane la produzione è cresciuta appena dell’1,1% e il fatturato dello 0,4%, mentre nelle medie imprese è andata meglio per il fatturato (+2,5) ma l’incremento delle merci prodotte si è fermato all’1%. Molto forte l’aumento della produzione (+7,4) e del fatturato (+9,5) tra le grandi aziende con oltre 50 dipendenti.

FOCUS TERITORIALE – Sul territorio regionale i risultati migliori li hanno ottenuti le imprese del pesarese con una crescita delle merci prodotte del 7% e del fatturato dell’11,3%. Una ripresa, quella pesarese, trainata soprattutto dal fatturato estero (+15,5) che è cresciuto più del doppio di quello interno (+7,2). Positivi anche i dati di Ancona (produzione +4,7 e fatturato +5,3) e Ascoli Piceno (produzione +2,7 e fatturato +3,1). Moderata, invece, la crescita a Fermo (con la produzione a +1,2 e il fatturato che sale di appena lo 0,6%) e a Macerata dove l’aumento di produzione (0,4) e fatturato (+0,8) si ferma ai decimali.

giuria della congiuntura - previsioni

LE PREVISIONI – I dati positivi di produzione e fatturato sono confermati anche dall’andamento della cassa integrazione che nel secondo trimestre del 2014 e quello dell’anno in corso hanno registrato un calo delle ore richieste. Per ora, comunque, prevale la cautela. Al rientro dalle ferie le aziende non aspettano grandi novità per le prossime settimane. A prevalere, secondo l’indagine Unioncamere “Giuria della Congiuntura” sono le imprese che si attendono stabilità (39%) o diminuzione (39%) della produzione, mentre solo 22 imprese su 100 ritengono che aumenterà. Ancora più cautela sull’occupazione. Solo 7 imprese su 100 prevedono di assumere nuovo personale entro la fine del mese mentre il 14% prevede un’ulteriore riduzione della forza lavoro e l’80% manterrà gli attuali dipendenti.

Immagini tratte da unioncameremarche.it.

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