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Missione compiuta. L’Ascoli, all’ultima giornata, festeggia la salvezza, garantendosi la possibilità di giocare anche nella prossima stagione in cadetteria. Una salvezza sofferta, giunta al termine di un’annata caratterizzata da tanti problemi, dall’esonero di Petrone alle dimissioni di Mangia, dalle squalifiche e gli infortuni che hanno falcidiato la squadra fino alle tante difficoltà che hanno caratterizzato le ultime settimane. Un risultato meritato, però, conquistato sul difficile campo dello Spezia, con lo 0-0 finale che è apparso giusto in base a quanto visto sul terreno di gioco.

LA FORMAZIONE – Parlando della partita, Beggi stravolge un pò la squadra dopo l’ultimo ko rimediato sabato scorso in casa contro il Lanciano. Il Picchio, infatti, viene schierato dal tecnico bianconero con il 3-5-2. In attacco, insieme al recuperato Cacia, c’è Petagna dal primo minuto. A centrocampo, invece, mancano gli squalificati Addae e Giorgi. Al posto loro giocano, dunque, Carpani e Altobelli. A completare il reparto ci sono Pecorini, Bianchi e Almici. In difesa, infine, davanti al portierone Lanni, Beggi punta su Mengoni (Milanovic in panchina), Canini e Cinaglia.

LA PARTITA – Nel primo tempo non accade molto e le emozioni non fioccano. La prima opportunità, comunque, è per l’Ascoli, con il tiro di Petagna che però al 15′ non inquadra lo specchio della porta. Al 23′ Valentini cade nell’area bianconera e reclama il rigore per un presunto tocco di Mengoni, ma per l’arbitro Chiffi è tutto regolare. Al 31′ ci prova anche Carpani da lontano, ma anche in questo caso la conclusione è fuori misura. Nella ripresa, anche complici i risultati che arrivano dagli altri campi, positivi sia per l’Ascoli che per lo Spezia (con i padroni di casa che con il pareggio hanno ottenuto la qualificazione ai playoff), a far scorrere i brividi sulla schiena dei tifosi piceni è una pericolosa deviazione di Canini sugli sviluppi di un corner, che chiama Bianchi al salvataggio sulla linea al 25′. Poi non accade più nulla e per l’Ascoli è festa grande.

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