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Cari amici, avrei preferito dedicare il mio post all’eredità letteraria delle nostre Marche con una motivazione ben diversa dal terremoto. Ma purtroppo non siamo padroni della natura che ci circonda e che ci ricorda la sua forza e la sua indomabilità. Le nostre città e le nostre valli sono ferite e per questo motivo voglio usare questo articolo per suggerire dei libri che possano in qualche modo raccontare la nostra regione e aiutarci ad andare avanti.

Inizio con un libro recentissimo di un autore molto amato, soprattutto dai giovani. Si tratta di Alessandro D’Avenia che ha dedicato al nostro Giacomo Leopardi il suo ultimo romanzo “L’arte di essere fragili”. Un libro dove il tema della fragilità diventa anche il punto per scoprire la forza e la ricchezza interiore presente in ciascuno di noi è forse ciò di cui abbiamo necessità in questi giorni difficili.

Accanto a questo un libro a cui sono molto legata: lo struggente “Giù la piazza non c’è nessuno” di Dolores Prato. Un piccolo borgo marchigiano, una narrazione finissima e profonda e una casa editrice delle nostre parti (la Quodlibet) che qualche anno fa decise di ristampare questo capolavoro.

Proseguo con un libro di una autrice molto nota che è originaria delle nostre parti e alle marche ha dedicato un delicato omaggio. La scrittrice la conoscete sicuramente è Loredana Lipperini (la mitica conduttrice di Farhenheit), il libro è “Questo trenino a molla che si chiama cuore”.

Concludo con una pubblicazione interessante dedicata al rapporto stretto e magico che da sempre ci lega alle nostre montagne, madri ma purtroppo anche matrigne … il testo è di Mario Polia “Tra sant’Emidio e la Sibilla”.

Cari amici a presto e restiamo almeno saldi nel cuore.

Scrivetemi a info@bibliodiversita.it

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