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R.E.T.E. Imprese Italia, costituita da Cna, Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, ha presentato una serie di proposte al governo in merito alla grave emergenza sismica con riferimento agli interventi necessari e urgenti per sostenere artigiani, commercianti e piccole imprese del territorio Piceno che, pur non avendo subito danni strutturali, registrano un consistente calo del fatturato aziendale. 

“Artigianato, commercio e piccole imprese: 50 milioni di euro per il fondo di risarcimento per danni indiretti” questa l’idea principale di R.E.T.E. Imprese Italia del Piceno. Cna, Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti rappresentati rispettivamente da Luigi Passaretti e Francesco Balloni, Gianfranco Mancini, Natascia Troli, Fausto Calabresi e Elena Capriotti, stanno facendo sentire forte la loro voce e quella delle 6.800 aziende che rappresentano. “Non demandiamo a nessuno azioni che abbiamo già preso da tempo in favore del tessuto produttivo Piceno e che, oltre alla ricostruzione, deve tenere presente che la sfida più difficile e drammatica per il territorio è, e purtroppo sarà ancora per parecchi mesi, quella dei danni indiretti”.

ZONE FRANCHE – Per R.E.T.E. Imprese Italia alla luce dell’attuale situazione economica, già in crisi al momento dei ravvicinati eventi sismici, sono necessari l’istituzione di zone franche e l’approntamento di contributi in proporzione alla perdita di fatturato. Questo vorrà dire modifiche al testo del decreto che sarà convertito in legge, le quali risulteranno fondamentali per la sopravvivenza delle piccole imprese Picene.

ALTRE PROPOSTE – Tra gli emendamenti proposti più importanti spiccano anche: l’esenzione delle imposte sui redditi fino a un massimo di 100mila Euro, l’esenzione dall’Irap nel limite di 300mila Euro, l’esenzione delle imposte municipali per gli immobili utilizzati per l’esercizio dell’attività economica e 50 milioni di Euro come contributo per i danni indiretti da consegnare nell’immediato. Particolare attenzione è rivolto alla tutela del settore edile composto da piccole e medie imprese che nella provincia di Ascoli nel 2009 contavano circa 2.400 attività scese a meno di 2.000 nel 2016. A riguardo Rete Impresa Italia auspica che sia rapidamente raddoppiata la soglia “Soa” (ora fissata in 150mila Euro) per i lavori ad affidamento diretto.

CRITICITÁ – Tra i vari dati significativi che confermano la criticità del territorio a livello occupazionale, emergono come da autunno i comuni nel “cratere” sono passati da 60 a 128, estendendo così ulteriormente il numero delle unità abitative e  produttive toccate direttamente dal sisma. Il 15,9 per cento delle unità abitative presenti nel cratere sono composte da srl artigiane e commerciali, imprese che danno lavoro al 45,8 per cento del totale degli occupati nelle imprese artigiane e commerciali dell’intera area del cratere. Ciò ha comportato inevitabilmente negli ultimi mesi un calo di fatturato per danni indiretti  stimato fra il 70 e l’80 per cento in meno. Se a questo si aggiunge che nelle zone più colpite dal sisma oltre il 30 per cento delle imprese operano nel campo della ricettività, della ristorazione e trasformazione di prodotti tipici e tradizionali si comprende come il danno a micro e piccole imprese artigiane e commerciali necessita di interventi immediati e forti pena la pressoché completa desertificazione di ampie zone  del nostro territorio che può essere contrastata esclusivamente attraverso la ripartenza di queste attività, sia affrontando questioni sotto il profilo dei danni strutturali che sotto quello del recupero del pieno regime degli affari.

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