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A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, nelle Marche diminuiscono in generale gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente. Dall’analisi Ecomafia 2017 di Legambiente, se nel 2015 le infrazioni accertate erano 839, vale a dire oltre 2 reati ai danni dell’ambiente al giorno, nel 2016 sono state circa 700.

Dal rapporto Ecomafia 2017

Le Marche, con il 3,1% delle infrazioni sul totale nazionale, si posiziona all’undicesimo posto nella classifica delle illegalità ambientali con 548 denunce e 107 sequestri registrati nel 2016, una posizione in meno rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda il ciclo del cemento, invece, la nostra regione subisce un peggioramento e sale all’ottava posizione, raggiungendo il 5% sul totale nazionale, a pari merito con la Toscana. Ciclo illegale dei rifiuti, abusivismo edilizio, animali, incendi, archeomafia e agroalimentare sono i principali settori della criminalità ambientale presi in esame dal Rapporto Ecomafia.

Nelle Province marchigiane

In particolare, per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento e il ciclo illegale dei rifiuti, la provincia di Ancona domina entrambe le classifiche posizionandosi per prima, con 210 denunce e 29 sequestri totali, seguita da Macerata con 108 denunce e 23 sequestri, Fermo con 75 denunce e 15 sequestri, Ascoli Piceno con 69 denunce e 8 sequestri e Pesaro Urbino con 46 denunce e 23 sequestri. 

“Nonostante la situazione emersa dal Rapporto Ecomafia non sia tra le più allarmanti, il nostro territorio è sottoposto ad alto rischio di abusivismo edilizio, un fenomeno grave che rischia di devastare i luoghi più belli della nostra regione e quelli già profondamente feriti dal sisma. – dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – Per contrastare l’economia ecocriminale e promuovere un’economia sostenibile e innovativa fondata sul pieno rispetto della legalità è necessario, ora più che mai, recuperare le risorse derivanti dagli illeciti e investire e puntare sulla formazione e informazione tra cittadini, istituzioni, imprese e scuole”. 

La proposta contro gli ecoreati

Accanto alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codine penale, per Legambiente rimangono ancora molti fronti aperti sul piano normativo e interventi urgenti da attuare: “occorre mettere in campo, prima di tutto, una grande attività di formazione sulla corretta applicazione della legge sugli ecoreati che coinvolga tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.). Vanno definite, inoltre, le linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione in tutto il paese della legge, soprattutto nella parte che ha inaugurato il nuovo sistema di estinzione dei reati ambientali contravvenzioni minori”.

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