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Sono le 17 quando il presidente del consiglio Paolo Gentiloni è arrivato nella frazione Piedilama di Arquata del Tronto. Assieme a lui il capo di stato maggiore della Difesa Claudio Graziano, mentre ad accoglierlo il governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli, il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani e il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci. 

Durante la visita il premier ha assistito alle operazioni di rimozione delle macerie, ancora in corso, ad opera del Genio dell’Esercito. Il motivo primario della visita, però, consiste nella visita alle 16 casette consegnate oggi ai cittadini di Arquata. Si tratta del secondo villaggio di casette nel territorio piceno. Ad accogliere il premier, però, anche il malumore dei sindaci delle zone colpite dal sisma.

Le macerie

“Si stanno portando via tutte le macerie in aree pubbliche”, così Vasco Errani ha detto ai microfoni del Giornale Radio Rai facendo il punto in vista della visita del premier Gentiloni e rispondendo alle proteste dei sindaci. “Per la prima volta per questo terremoto – racconta Errani – è stato fatto un provvedimento che prevede anche lo sgombero delle aree private dai detriti dei crolli grazie alle strutture pubbliche, previo consenso del proprietario che però può anche decidere di provvedere nell’ambito del progetto di ricostruzione”.

Le casette

Come ha voluto spiegare si microfoni radio, sulla questione casette c’è da fare dei distinguo dal momento che rispetto all’avanzamento nel Lazio e in Umbria la situazione nelle Marche è diversa. “Per le Marche, dove la zona colpita dal sisma è molto più estesa, – ha detto – nei prossimi 2-3 mesi ci sarà un’accelerazione tesa a dare una risposta sostanziale a questo problema”.

Il malumore dei sindaci

“Ci hanno preso in giro, il governo ci ha promesso l’esenzione totale per le imprese e invece c’è solo un credito di imposta”. ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. “Noi del cratere ci aspettavamo qualcosa di più, avevamo chiesto la no tax area per chi aveva le zone rosse, per cui potevamo ottenere l’esenzione totale. Ma così non è stato”, così ha fatto eco il sindaco di Arquata sulla questione sollevata dal collega di Amatrice Pirozzi. Petrucci ha detto di aver parlato di questo con Errani che avrebbe fatto capire che più di questo non si poteva fare. Ad esprimersi una volta arrivato nel Piceno anche il premier Gentiloni: “Sulle zone franche abbiamo un impianto legislativo solido e l’impegno economico e finanziario più rilevante che ci sia mai stato nella ricostruzione di questi decenni in Italia. – ha detto – Non è stato fatto nulla di diverso di quello che è contenuto nella legge. Se ci sono obiezioni – ha aggiunto – siamo sempre aperti per valutare le osservazioni. Se si può fare di più siamo sempre disponibili a parlarne, con Pirozzi, che merita il nostro consenso e supporto, e con tutti i sindaci. Non posso escludere che non ci siano difficoltà, perchè sarei un pazzo, siamo di fronte ad un compito enorme, ma abbiamo un buono impianto – ha ripetuto -, risorse economiche necessarie e l’impegno di tutti. Penso che ce la possiamo fare”.

Burocrazia lenta, un anno dopo

Sui problemi legati alla burocrazia si è soffermato anche il vescovo di Ascoli Piceno Giovanni D’Ercole, ma relativamente alla ricostruzione delle chiese. “Per esempio ci hanno ‘espropriato’ delle chiese, nel senso che saranno ricostruite dal ministero dei Beni culturali. – ha detto – Se ci dessero la possibilità di farle da noi, potremmo sicuramente dare un contributo più rapido”. A quasi un anno dal terremoto, il vescovo ha dato delle anticipazioni circa la cerimonia di commemorazione. “Abbiamo pensato ad una veglia che però coinvolgesse tutti. – ha detto – Si svolgerà la notte del 24, anniversario del terremoto, si completerà con preghiere in ricordo delle vittime verso le 3.36 di notte, e tutto finirà per le 4.00-4.30”. La messa nel pomeriggio del 24 vicino alla chiesa nuova che è stata creata ed inaugurata domenica 6 agosto.

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