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Domicilio digitale, arriva il via libera del Governo. Ma andiamo a scoprire insieme di cosa si tratta, quella che potrebbe diventare una rivoluzione nelle nostre abitudini quotidiane. 

Domicilio digitale: che cos’è e come funziona?

Nella serata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il restyling del Cad (Codice dell’Amministrazione Digitale) che esiste dal 2005. Ma, in sostanza, cos’è il domicilio digitale? Parliamo di un indirizzo email di posta certificata o equivalente che ciascun cittadino, o ente o associazione può scegliersi come domicilio per ricevere comunicazioni legali da parte della Pubblica Amministrazione. Non è una novità in assoluto. Infatti, già diverse imprese e professionisti hanno un proprio domicilio digitale. L’obiettivo delle nuove norme è inglobare in questo sistema anche i cittadini. La modifica del Decreto è arrivata al fine di accelerare l’attuazione dell’agenda digitale europea, dotando cittadini, imprese e amministrazioni di strumenti e servizi idonei a rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale. E quindi, anche evitare lunghe file e code agli sportelli degli uffici, senza lo spreco di numeroso materiale cartaceo, come raccomandate, ecc…

Riforma Pubblica Amministrazione, altri decreti attuativi

Ma ieri non si è approvata solo questa modifica inerente al Codice dell’Amministrazione Digitale. Bensì, sono stati introdotti due decreti riguardanti la riforma della Pubblica Amministrazione. Uno contiene disposizioni in merito alle nuove norme sulle Autorità portuali, “e costituisce un ulteriore tassello alle iniziative normative volte al compimento degli obiettivi strategici della riforma della portualità». L’altro modifica e integra «la disciplina di alcuni profili relativi all’assorbimento del personale del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei carabinieri, nella Polizia di Stato, nel Corpo della Guardia di finanza, nel Corpo nazionale dei Vigili del fuoco nel Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali». 

Bancomat, ridotte le commissioni

 Spostandoci ai bancomat, il Consiglio dei Ministri in Italia, riduce le commissioni dallo 0,50% allo 0,205 per le carte di debito, mentre si passa dallo 0,70% allo 0,30% per le carte di credito. Il tutto “allo scopo di rafforzare l’armonizzazione del settore e garantire una maggiore sicurezza, efficienza e competitività dei pagamenti elettronici, a vantaggio di esercenti e consumatori” – spiega il CDM nel comunicato ufficiale.

 

 

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