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“La vita è bella”, bellissimo film di Roberto Benigni, esattamente 20 anni fa (il 21 marzo 1999) vinceva il Premio Oscar come “Miglior Film in Lingua Straniera”. In tutto, la pellicola vinse tre statuette: oltre al “Miglior Film Straniero”, ottenne gli Oscar nelle categorie “Miglior Attore Protagonista” (Roberto Benigni) e “Migliore Colonna Sonora” (composta da Nicola Piovani).
 
Acclamato ed elogiato in tutto il mondo, “La vita è bella” è tuttora il film italiano che ha incassato di più a livello internazionale, ed è quello che ha vinto più Premi Oscar. Ricco il “palmarès” complessivo ottenuto dal film: oltre ai tre Oscar, al 51º Festival di Cannes fu premiato con il “Grand Prix Speciale” della Giuria; ma in bacheca ci sono anche 9 David di Donatello, 5 Nastri d’argento, il Premio César (Oscar francese) per il Miglior Film Straniero, 5 Globi d’Oro, 2 European Film Awards e un Premio-medaglia a Gerusalemme. Nel 1999, Benigni diventò il primo attore italiano (il primo non-anglofono in assoluto) a ricevere l’Oscar come “Miglior Attore Protagonista” recitando in un film in lingua straniera.
 

Venti anni dopo l’Oscar a “La vita è bella”: la trama del film

Il film “La vita è bella” racconta la vicenda di un giovane italiano di origine ebraica, Guido Orefice (interpretato da Roberto Benigni), il quale, con l’amico Ferruccio Papini, negli Anni ’30 si trasferisce ad Arezzo. Durante il viaggio, Guido conosce casualmente una maestra di nome Dora (interpretata da Nicoletta Braschi), che lui immediatamente chiama “principessa” (celebre è la battuta ricorrente “Buongiorno, principessa!”). Guido inizia presto a manifestare i primi segni di insofferenza nei confronti del fascismo. In seguito, Guido dichiara apertamente il suo amore per Dora, chiedendole di sposarla.

La storia si sposta poi nel 1944, quando Guido e Dora, ormai sposati, hanno costruito una famiglia con il piccolo Giosuè, di sei anni. A dispetto della guerra e dell’arrivo dei nazisti in Italia, la famiglia cerca di essere ancora felice: Dora prosegue nella sua attività di insegnante, mentre Guido ha aperto una piccola libreria. Il giorno prima del compleanno di Giosuè, tuttavia, Guido viene richiamato per essere schedato, insieme allo zio e al figlio, nel registro delle SS.

Durante il tempo passato nel campo di concentramento, Guido cerca di convincere il figlio Giosuè che ci si trovi all’interno di un gioco, per non farlo spaventare. L’obiettivo finale, secondo quanto raccontato al bambino, sarebbe stato quello di “raggiungere più punti possibili, per vincere un carro armato”. In conclusione del film, alla fine della Seconda guerra mondiale, il campo di concentramento viene liberato, con il piccolo Giosuè e la madre che vengono salvati da un soldato americano, il quale guida proprio un carro armato. Il bambino, convinto di aver vinto il premio promesso, afferma: “Abbiamo vinto!”.

Cosa accadde durante la premiazione del film “La vita è bella”

Con queste parole, un’emozionata Sophia Loren annunciò il premio Oscar per Roberto Benigni: “And the Oscar goes to… Robertooo!”. In seguito alla proclamazione, il vulcanico attore e regista toscano si arrampicò sulle poltroncine e raggiunse, saltellando, il palco del “Kodak Theatre” di Los Angeles. Poi, prendendo tra le mani la statuetta dorata per “La vita è bella”, premiato come “Miglior Film Straniero”, si rivolse alla platea composta da molti attori di Hollywood, parlando in un inglese strampalato, che commosse e fece sorridere tutti: “Grazie a tutti! Grazie Sophia! Lascio qui l’Oscar, ma voglio te! Questo è un momento di gioia e vorrei baciarvi tutti, perchè voi siete l’immagine della gioia. ‘Quando si bacia la gioia mentre vola, lascia un eterno sorgere’ disse il poeta”. 
 
Da quella sera del 21 marzo 1999, sono passati vent’anni. Un commosso ed emozionato Roberto Benigni si lanciò in uno dei più lunghi e divertenti discorsi della storia dei Premi Oscar: ricordò le vittime della Shoah, salutò il piccolo Giorgio Cantarini che aveva vestito i panni del bambino Giosué, ringraziò sua madre e suo padre per il dono che gli avevano fatto, “la povertà”; infine citò il poeta Dante Alighieri, con la conclusione della sua “Divina Commedia”: “Dante disse ‘L’amore che muove il sole e le altre stelle’, l’amore è divino, e a volte, se si ha fede, tutte le divinità possono apparire. Questo il motivo per cui vorrei dedicare questo premio a mia moglie, Nicoletta Braschi”.
 
Quando il film fu trasmesso in TV, su Raiuno, per la prima volta (22 ottobre 2001) fu visto da 16.080.000 telespettatori, con uno share del 53,67%, che rimane in assoluto il dato d’ascolto più alto per un film, nella storia della televisione italiana.
 
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