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Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha firmato il Dpcm che prevede l’adozione del primo stralcio di 260 milioni di euro del più ampio Piano Nazionale, finanziato dalla Legge di Bilancio 2019 con 1 miliardo di euro.

Con questi fondi verranno realizzati importanti interventi infrastrutturali, tra cui il ripristino degli acquedotti danneggiati dalle scosse sismiche del 2016.

Questa mattina, presso la sede elettorale del Movimento Cinque Stelle, Massimo Tamburri, Giacomo Manni e Peppino Giorgini hanno ufficializzato lo stanziamento di fondi ottenuto dai pentastellati per la realizzazione del primo acquedotto antisismico in Italia, che servirà ben 300mila abitanti.

Crisi idrica, la situazione nel Piceno

Dopo i 5,8 milioni sbloccati con la Legge di Stabilità per la messa in sicurezza dell’impianto di soccorso di Castel Trosino e per alcuni interventi a San Benedetto e Montemonaco, i Cinque Stelle sono riusciti a far stanziare 27 milioni per il ripristino antisismico del gruppo sorgentizio di Pescara del Tronto – Capodacqua, nel Comune di Arquata del Tronto, per un totale di 32,8 milioni.

“Il territorio piceno è escluso dalla maggior parte dei flussi di investimenti, regionali e non” tuona il candidato sindaco Massimo Tamburri, sottolineando le mancanze che il Movimento vorrebbe colmare e il suo impegno concreto nei confronti della cittadinanza, non sempre garantito dai predecessori. Tra le problematiche più impellenti figurano, ovviamente, quelle riguardanti i beni di prima necessità, e l’acqua è sicuramente tra questi.

Giacomo Manni, Capogruppo del partito, ha posto l’accento sui danni che il sisma ha causato, modificando la portata delle sorgenti, e sulle colpe delle precedenti amministrazioni, cieche verso i bisogni del territorio. 

“Il terremoto ha rivelato una enorme fragilità, non bisognava arrivare in queste condizioni in una situazione post sismica, con un sistema infrastrutturale così fragile e precario” rettifica Peppino Giorgini, Consigliere Regionale. “Lo scorso anno, quando la Regione Marche ha dichiarato lo stato di crisi idrica, nessun intervento è stato fatto nelle Marche del Sud, in particolare nel territorio del cratere, e non ci si è curati in nessun modo della manutenzione delle interconnessioni idriche”.

Il progetto per il Piceno

I ringraziamenti del Consigliere regionale Giorgini vanno all’ATO e agli ingegneri della CIIP, che hanno fatto trovare pronte tre ipotesi di progetto, permettendo di consegnarle e di far arrivare in poco tempo i fondi.

I 27 milioni non porteranno acqua in più, ma metteranno in sicurezza il tratto di acquedotto danneggiato dal sisma: ad oggi, le tubature di Capodacqua risultano scoperte e sospese nel vuoto. 

La sfida sarà sbloccare un’altra somma, ai fini della ricerca di fonti e falde acquifere alternative che potrebbero garantire al territorio il ritorno ad un livello ottimale di approvvigionamento idrico, che dovrebbe essere di 1300 litri al secondo, mentre la situazione attuale arriva a 643 l/s, più i 50 ripristinati grazie all’intervento a Castel Trosino, boccata d’aria non risolutiva, poiché non sufficiente a tamponare l’arrivo di due milioni e mezzo di turisti tra entroterra e riviera durante il corso della stagione estiva.

A tale scopo i rappresentanti della lista pentastellata si sono incontrati con il Sen. Mauro Coltorti, Presidente della Commissione Opere Pubbliche, che verrà in città il 18 maggio.

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