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Tra le formule di finanziamento su cui si può fare affidamento quando si ha bisogno di liquidità, la cessione del quinto è quella che garantisce la maggiore semplicità di gestione e che si contraddistingue per la sua praticità. Come il nome lascia intuire, si tratta di cedere un quinto del proprio stipendio o della propria pensione (ma anche meno, a seconda dell’entità della rata del rimborso) per la restituzione degli importi che sono stati ricevuti in prestito. La cessione del quinto rappresenta a tutti gli effetti un prestito personale al consumo: per accedervi non c’è bisogno di una motivazione specifica. Il rimborso è a breve o medio termine.

Cosa cambia rispetto agli altri prestiti

La differenza più significativa tra la cessione del quinto e le altre modalità di prestito personale va individuata nella restituzione degli importi dovuti. Le rate, infatti, non vengono versate tramite il pagamento dei bollettini o con un addebito in banca, come avviene di solito, ma semplicemente attraverso una trattenuta sulla pensione, effettuata dall’istituto di previdenza competente, o sullo stipendio, effettuata dal datore di lavoro. Come si è accennato, la trattenuta può corrispondere al massimo a un quinto dello stipendio, cioè al 20 per cento della retribuzione netta.

Come usufruire della cessione del quinto

Per ottenere la cessione del quinto non c’è bisogno di garanzie immobiliari particolari, ma vale la pena di tener presente che chi usufruisce di questo prestito non ha la possibilità di ottenere anticipi sul trattamento di fine rapporto. Il finanziamento può essere erogato unicamente ai lavoratori che dispongono di un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Sono previsti anche dei limiti di età: ovviamente il finanziamento viene concesso unicamente a chi è maggiorenne, mentre è necessario che alla scadenza dello stesso il richiedente non abbia più di 85 anni. 

Il ruolo del datore di lavoro

Perché il prestito possa essere ottenuto e rimborsato è indispensabile il consenso del datore di lavoro del richiedente. Tocca proprio al datore di lavoro, come si è visto, trattenere la rata dalla busta paga, per poi versarla alla banca. Nel caso in cui il dipendente rassegni le dimissioni o venga licenziato, il datore di lavoro deve trattenere tutti gli importi maturati fino a quel momento: non solo il trattamento di fine rapporto, ma anche l’ultimo stipendio, la tredicesima, l’indennità per le ferie non godute, eccetera. Tali somme andranno versate alla banca per consentire l’estinzione del debito residuo, in misura parziale o totale. 

Perché scegliere la cessione del quinto

La comodità è il punto di forza della cessione del quinto (che può essere ottenuto anche se ci sono altri finanziamenti in corso), ma è comunque consigliabile mettere a confronto più di un preventivo per individuare la soluzione più conveniente dal punto di vista economico. L’erogazione di questo prestito, infatti, non è gratuita, dal momento che bisogna tenere conto anche del tasso di interesse, delle spese di istruttoria e delle commissioni previste dalla banca. E non è tutto, perché le polizze rischio impiego e rischio vita comportano dei costi ulteriori. Insomma, è consigliabile dedicare la giusta attenzione ai vari costi che possono essere addebitati.

La richiesta di un preventivo

Sul sito ConvieneOnline è possibile richiedere un preventivo per la cessione del quinto: per ottenerlo non bisogna far altro che inviare il Cud più recente e l’ultima busta paga nel caso in cui si sia dipendenti (a prescindere dal fatto che si sia privati, pubblici o statali) o l’ultimo cedolino nel caso in cui si sia pensionati. La richiesta è senza impegno e gratuita, il che vuol dire che non vincola alla stipula di un contratto di finanziamento né obbliga all’acquisto di servizi. 

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