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Sanremo 2020: è in corso la 70^ edizione del Festival della Canzone Italiana, in onda su Rai1 dal 4 all’8 febbraio 2020. La gara canora, che si svolge al Teatro Ariston di Sanremo, viene condotta, per la prima volta, da Amadeus, in veste di presentatore e direttore artistico; sono coinvolti, nello show, anche Roberto Benigni, Tiziano Ferro e Fiorello. Si tratta dell’ultimo Festival, in qualità di inviato, per Vincenzo Mollica del Tg1, che andrà in pensione a fine febbraio (Leggi anche “Sanremo 2020: per il giornalista Vincenzo Mollica sarà l’ultimo Festival da inviato”). 

Il Festival, che sta facendo registrare ottimi risultati in termini di ascolti, nella seconda e terza serata ha sfiorato la durata delle 5 ore complessive (assumendo le dimensioni di un “mega-varietà”) ed è stato molto commentato sui social network. Vediamo alcune curiosità, che hanno contraddistinto il Festival di Sanremo nel corso degli anni.

Sanremo 2020: alcune curiosità sui Festival degli anni passati

Come racconta lo storico Eddy Anselmi, nel libro “Il Festival di Sanremo”, la kermesse canora sanremese è nata nel tentativo di organizzare una competizione tra cantanti, di carattere nazionale. Ci avevano provato, negli Anni Venti e Trenta del secolo scorso, anche a Pescara e a Rimini, ma con scarso successo. Poi è arrivata l’idea elaborata dal Casinò di Sanremo. Ma perchè il Festival della Canzone Italiana è nato proprio a Sanremo, nel 1951? Perché la sede della Rai era a Torino, le case editrici musicali erano a Milano e la città rivierasca era un luogo di villeggiatura, apprezzato dai cittadini benestanti del Nord. Inizialmente, il Festival si teneva al Salone delle Feste del Casinò di Sanremo; nel 1977, approdò al Teatro Ariston, che è la sua attuale sede.

Nel corso delle sue settanta edizioni, il Festival di Sanremo ha avuto 48 conduttori (tra il 1951 e il 2020). Il primo è stato Nunzio Filogamo, allora 48enne palermitano con un passato da avvocato (celebre il suo saluto “Miei cari amici vicini e lontani, buonasera”): condusse cinque edizioni del Festival. Il record imbattuto di edizioni condotte, però, resta quello del grande Pippo Baudo, che ha condotto il suo primo Sanremo nel 1968 e ne ha presentati tredici; la sua ultima volta all’Ariston, da protagonista assoluto, è stata nel 2008. Dietro di lui si piazza Mike Bongiorno, con undici conduzioni del Festival.

L’orchestra, insieme al coro, è un “fiore all’occhiello” del Festival di Sanremo, ma c’è stato un tempo in cui gli strumenti hanno lasciato spazio alle basi musicali e persino all’esibizione in “playback” (ovvero alla performance una voce registrata precedentemente). Nel 1955, il cantante Claudio Villa, colpito da una forte influenza, non si potè esibire, mandando in scena un grammofono con la sua canzone. Nel 1964, Bobby Solo venne squalificato, per aver cantato “Una lacrima sul viso” in “playback”, denunciando una finta laringite. Nel 1976, gli organizzatori eliminarono l’orchestra: iniziò l’era delle basi musicali. Nel 1984, il “playback” divenne obbligatorio. Solo nel 1990, nell’edizione che si svolse fuori dall’Ariston, organizzata ad Arma di Taggia, tornarono le esibizioni “dal vivo” (con l’orchestra e il coro) e gli abbinamenti con i cantanti stranieri.

In origine, il Festival non nacque per dare visibilità agli artisti, ma ai brani da loro cantati. Basti pensare che, nella prima edizione del 1951, c’erano 20 canzoni in gara, ma solo 3 interpreti: Achille Togliani, le gemelle Dina e Delfina Fasano (il “duo Fasano”) e la procace ex-operaia Nilla Pizzi (vincitrice di quell’edizione). Nel corso della storia di Sanremo, i cantanti aumentarono e si affermarono alcune leggende della musica italiana, come Claudio Villa e Domenico Modugno. Gli interpreti furono, poi, affiancati da cantanti stranieri (come succederà anche nel 1990). Ma, nel 1972, si comprese l’importanza dell’artista, rispetto alla canzone, e si abolì la regola della “doppia esecuzione”.

Sono stati numerosi, inoltre, i colpi di scena che sono andati in onda al Festival di Sanremo. Durante il Festival del 1995, 17 milioni di italiani assistettero, col fiato sospeso, alla minaccia di suicidio di Pino Pagano e al provvidenziale salvataggio di Pippo Baudo. Nel 2018, durante il Sanremo di Claudio Baglioni, l’ospite Fiorello arginò un contestatore salito sul palco, per chiedere di essere messo in contatto con il Procuratore generale o con il sindaco della città. Risolto l’imprevisto, lo showman ricordò come, un tempo, i contestatori andassero sulla balaustra, riferendosi proprio all’episodio che vide protagonisti Pagano e Baudo.

La più giovane vincitrice del Festival di Sanremo è stata Gigliola Cinquetti, che trionfò a soli 16 anni. Nel 1964, la Cinquetti cantò “Non ho l’età (per amarti)”; la seconda voce scelta per la canzone fu quella di Patricia Carli. In quell’edizione, l’età media dei concorrenti era molto bassa (Bobby Solo stava per compiere diciannove anni, Robertino ne aveva diciassette e Lily Bobinato sedici). La più giovane partecipante in assoluto, nella storia di Sanremo, invece, fu la dodicenne Alina Deidda, nel 2003, con la canzone “Un piccolo amore”. Da quella edizione in poi, il regolamento del Festival fu modificato, aumentando l’età minima per l’iscrizione a 14 anni.

Insieme ad Al Bano, Peppino Di Capri e Milva, il cantante Toto Cutugno detiene il record di presenze a Sanremo. Ha partecipato alla manifestazione 15 volte, vincendo solo una volta, nel 1980, con la canzone “Solo noi”. Ma, curiosamente, Cutugno è anche arrivato sei volte in seconda posizione (guadagnando l’appellativo di “Eterno secondo”).

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