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Quello castignanese è uno dei Carnevali storici del Piceno. Il momento più importante, e più antico probabilmente, di questa ricorrenza avviene il Martedì Grasso, giorno durante il quale si effettua una sfilata con i moccoli, lanternine coloratissime che, alla fine, vengono estinte in un grande falò: del resto, la tradizione di accendere fuochi propiziatori o purificatori, specie nei momenti di passaggio, è stata sempre viva in tutti i popoli e in tutte le credenze del passato.

 

 

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Carnevale storico di Castignano, l’accensione dei moccoli

Solitamente, nel tardo pomeriggio del Martedì Grasso, a Castignano parte un corteo da Piazza Umberto I, quella più in basso nel paese. All’improvviso, l’illuminazione pubblica si spegne e si accendono centinaia di lampioncini colorati, i moccoli appunto, lanternine artigianali a forma di rombi tridimensionali a più facce e di tutte le grandezze, ricavate intagliando l’estremità di una canna ancora verde, costruite con perizia e attenzione dagli artigiani locali; il tutto viene rivestito da carta velina colorata ed eventualmente abbellito con decorazioni come riccioli e filamenti. All’interno vi si accende una candela e, a questo punto, parte la secolare sfilata dei moccoli per tutto il centro storico, con rullanti, piatti e gran casse a battere il tempo e al suono della catubba, strumento popolare tradizionale formato da un secchio e un palo di scopa. La sfilata, che avviene al buio completo, è sicuramente caratteristica e ha un sapore pagano ed ancestrale, apotropaico, volto ad esorcizzare i mali passati e a dare spazio all’avvento della primavera e quindi alla rinascita della natura.

 

Foto del 1973

 

Il corteo termina a Piazza San Pietro, parte sommitale del borgo. A questo punto, ci si ferma in circolo e prima del falò purificatore, si inscena una battaglia tra i moccoli, accompagnata da una sorta di litania. Si dà, quindi, vita al falò finale, per poi correre, danzare o saltare, vicino o dentro di esso. Lo spegnersi del fuoco segna la fine del Carnevale e del suo sregolato sovvertimento delle regole e l’inizio della Quaresima. Una sola accortezza: ogni moccolo deve bruciare perché non farlo porterebbe male e significherebbe trascinare nuovamente con sé gli odi e i lasciti nefasti dell’anno passato.

Da testimonianze storiche, tra cui quella di Goethe nel suo Viaggio in Italia, sappiamo che sfilate simili avvenivano nella Roma Papalina e nello Stato Pontificio nel XVIII secolo per mettere fine al Carnevale. Questa usanza si è poi persa nel periodo dell’Unità d’Italia, mentre a Castignano è sempre rimasta viva.

 

 

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