Articolo
Testo articolo principale

Cna Ascoli, le imprese e gli artigiani del Piceno stanno vivendo un momento di forte crisi a causa dell’emergenza sanitaria che sta attanagliando il Paese.

Il decreto legge Cura-Italia contiene un ampio ventaglio di misure a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie, per contrastare gli effetti dell’emergenza epidemiologica sull’economia. “Un provvedimento fortemente atteso che, è bene sottolinearlo con chiarezza, rappresenta solo un primo passo rispetto alla portata e all’intensità degli interventi necessari far fronte ad una situazione di straordinarietà che non ha precedenti”, ha dichiarato Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno, che prosegue: “Le risorse messe in campo, pari a 25 miliardi di euro, seppure importanti, non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese, particolarmente esposti alla gravità della situazione e all’enormità dei danni, che sono destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi per mesi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione del Paese”.

“Un effetto evidente delle crisi del 2008, prima, e del 2011, poi – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – è stato il costante allontanamento del mondo del credito dalla micro e piccola impresa. Il rischio è di ritrovarci all’indomani dell’emergenza con una architettura di strumenti ancor più lontana da questo mondo, che rappresenta il 98% della nostra economia. Per questo, Cna sottolinea l’esigenza di mettere in campo misure che siano concretamente utilizzabili dalle micro e piccole imprese”.

La Cna Picena in una serie di interviste ha raccolto timori, speranze e aspettative degli artigiani locali che operano in differenti settori produttivi.

Leggi anche: Emergenza Coronavirus, Cna Ascoli: quali sono le attività che possono restare operative

Il settore della moda

“Le aziende della moda sono ferme: gli ordini di produzione annullati o messi in stand by con perdite di materiale che, con i costi che si porta appresso, non è più recuperabile. In più, tutti i nuovi campionari sono annullati o in stand by (si salteranno due stagioni nella moda, cioè un anno, se si arriverà ad un vaccino, altrimenti, finché non si potrà di nuovo uscire e viaggiare nessuno acquisterà nulla)”, spiega Doriana Marini, presidente regionale di Federmoda. Il settore moda ha chiesto accordi con le banche per far fronte alla situazione dei pagamenti e degli insoluti, aumenti di fido temporanei da parte delle banche almeno fino a fine anno; celerità nel pagamento delle GIC, poiché in tanti hanno bisogno di avere lo stipendio a fine mese. Infine, sciogliere il de minimis per dar modo alle aziende di accedere ad eventuali bandi e contributi che verranno stanziati.

Arianna Trillini, operatrice del settore moda, rende noto che la sua azienda, operante ad Ascoli, si è riconvertita in questi giorni nella realizzazione di mascherine in cotone. La sede è situata nella zona industriale, nell’immobile bianco di fronte al centro commerciale Città delle Stelle e lascia un tavolino con mascherine imbustate che i cittadini possono ritirare gratuitamente. “Non sono un presidio medico ma coprono bene bocca e naso e quindi per usi personali (casa e spesa) possono essere utili. C’è una cassetta anche per chi vuole lasciare una piccola offerta che utilizzeremo per l’acquisto di materiali per produrre queste mascherine. Per avere le mascherine basta rendere contatto via whatsapp a questi numeri: 339/2016509340/5670301“.

Il settore della pesca

Secondo Giulio Piergallini, imprenditore nautico-cantieristico di San Benedetto, quando le attività sono familiari risultano più gestibili, poiché vedono l’impiego di poco personale e si possono rispettare facilmente norme igieniche e distanza di sicurezza. Per le ditte più grandi la situazione è molto più complicata: in genere, hanno ridotto il personale organizzandolo in turni per mantenere distanze, con orari scaglionati per entrare negli spogliatoi.

“Per la pesca solo le piccole barche giornaliere con una persona a bordo o le vongolare che pescano 3 ore e sono di solito 2 a bordo possono rispettare i requisiti e quindi fornire il prodotto per la trasformazione e la vendita degli essenziali prodotti per gli esercizi alimentari locali. E purtroppo, proprio in questi giorni, un grande yacht di 50 metri che doveva fare lavori di manutenzione ha lasciato il porto di San Benedetto per altra destinazione. Quasi certamente estera. Speriamo tutti sia una brutta parentesi che si chiude al più presto per la salute e per il lavoro made in Italy”, spiega Giulio.

Il settore benessere

Ovviamente, i lavori che rientrano nel campo del benessere e della cura della persona non possono prescindere da un contatto diretto con il cliente; sono perciò temporaneamente sospesi.

“Come artigiani professionisti e accreditati lanciamo un appello a tutti riguardo il lavoro degli abusivi. Più volte abbiamo segnalato come Cna quanto questo regime non regolare tolga risorse agli artigiani regolari e contributi alle casse dello stato. In questo momento l’appello è ancora più forte perché riguarda la salute sia di chi opera a casa senza regole, sia per i clienti. Confidiamo nel decreto. Per le utenze, gli affitti, per i dipendenti che purtroppo dovranno stare in cassa integrazione. Ma per far ripartire l’artigianato, immediatamente dopo l’emergenza stretta, ci vorrà molto più impegno e maggiori risorse”, dichiara Francesco Cannella, parrucchiere e portavoce della Cna Picena.

Il settore dell’autotrasporto

In questo delicato momento, le aziende di trasporto persone e le agenzie di viaggi sono completamente ferme.

“Oltre a non avere lavoro di contro in questo momento non riesci ad incassare neanche i lavori di 6 mesi fa. Non credo che solo posticipare i pagamenti possa risolvere i problemi di liquidità. Questo danno economico ce lo porteremo, ad essere ottimista, per almeno un anno. La paura resta e se prima non si spendeva figuriamoci dopo. Da italiana ed imprenditrice voglio essere ottimista e dare ancora una volta fiducia al nostro Governo affinché possa dare continuità alle aziende”, sono le parole di Deborah Caioni, portavoce del settore autotrasporto per la Cna.

Il settore delle costruzioni

Il settore costruzioni, già messo alla prova dal terremoto e dal post terremoto, sta subendo un nuovo stop di cui non si conoscono i tempi.

“Teoricamente, con ulteriori accorgimenti di prevenzione, un cantiere potrebbe essere aperto. Ma c’è il problema dei dipendenti, dei loro spostamenti, della paura del contagio. E poi le forniture che non si sa se e quando arrivano. L’unica speranza, al momento, sono le agevolazioni sulle tasse da pagare, sui mutui e nei rapporti con le banche. Resistere per poi provare a ripartire, proprio come se ci fosse stato un altro terremoto”, dichiara Emidio Bernardini della Cna Costruzioni.

Il settore della fotografia

“La situazione è critica e tutte le cerimonie prenotate, almeno fino a giugno, sono state rinviate a dopo l’estate e addirittura annullate. Sarà difficile rialzarsi. Unica speranza un anno bianco di tasse per provare a sopravvivere. Siamo consapevoli che è, e sarà, come in una guerra. Anche se non combattuta con i cannoni. Attenzione per i piccoli, dunque, altrimenti il futuro sarà difficilissimo”, dichiara Dino Cappelletti, portavoce della Cna di Ascoli per il settore fotografia.

Il settore della digitalizzazione

Nell’emergenza crescono esponenzialmente le richieste di comunicazione a distanza per settori primari come supermercati e farmacie, che hanno maggiore bisogno di offrire prodotti online e di segnalare che fanno consegne a domicilio.

“Un processo di modernizzazione che questa bruttissima situazione ha accelerato. La percezione, delle persone e delle imprese, è che si tratta di una situazione che tornerà lentamente alla normalità, quindi per sopravvivere e continuare a crescere come azienda, l’innovazione non può più essere qualcosa che verrà. Ma deve esserci, ora, immediatamente”, spiega Selene Re, presidente della Cna Giovani Imprenditori di Ascoli.

Leggi anche: Decreto Cura-Italia, Confindustria Marche: grande delusione per le imprese.

TAG: ,