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Coronavirus: oltre alla pandemia di Covid-19, i medici e gli infermieri sono impegnati anche nella cura di altre malattie, diverse dal virus. I sistemi sanitari hanno una difficoltà doppia, dato che si trovano a dover rispondere all’emergenza Coronavirus e, allo stesso tempo, a dover bilanciare le richieste di assistenza per altre patologie, individuando quali sono le urgenze e quali prestazioni sanitarie possono essere rimandate nel tempo. Anche per questo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha tracciato alcune linee guida, che riguardano i servizi sanitari essenziali da fornire, nel difficile periodo di battaglia contro il Coronavirus.

Coronavirus: le linee guida dell’OMS per la gestione delle altre malattie

Per i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario non è un periodo facile: infatti, oltre a dover far fronte all’emergenza Covid-19, essi devono fare i conti con le numerose richieste di cura, da parte di pazienti con altre malattie (cercando di limitare, per sé e per gli altri, il rischio di contagio). I lavoratori del settore sanitario, comunque, stanno svolgendo un encomiabile lavoro, con forza di volontà, abnegazione e coraggio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), massima autorità mondiale a livello sanitario, ha sottolineato che, in presenza di sistemi sanitari sovraccarichi, potrebbe aumentare il rischio di mortalità: sia quella dovuta al nuovo virus; sia quella derivante da malattie curabili, oppure che potrebbero essere prevenute con i vaccini. Per gestire il pesante carico di lavoro, l’OMS ha stilato una guida dettagliata, per il “mantenimento di un servizio assistenziale essenziale durante un’epidemia”.

In primo luogo, è necessario stabilire ciò di cui non si può fare a meno. Tra le priorità sanitarie, l’OMS mette al primo punto la prevenzione contro le malattie trasmissibili, che può essere effettuata con le vaccinazioni (che servono ad evitare la diffusione e il riemergere di patologie già debellate). Inoltre, sono importanti: i servizi per la salute riproduttiva, con riferimento alle donne in stato di gravidanza o che stanno per partorire; ma anche i servizi collegati alla cura di categorie vulnerabili, come bambini e anziani. Si deve, poi, garantire la continuità delle terapie per i pazienti ricoverati e far fronte ai casi acuti (come problemi cardiovascolari o traumi causati da incidente).

Oltre alle urgenze acute, non bisogna dimenticarsi delle malattie croniche (il riferimento è alle persone affette da cancro, Alzheimer, Parkinson, patologie autoimmuni o rare, e problemi di salute mentale). Infine, sono essenziali anche i servizi ausiliari, come “imaging” diagnostico, servizi di laboratorio e banche del sangue (collegate alla donazione del sangue).

La gestione delle malattie croniche deve essere svolta, riducendo quanto più possibile gli incontri diretti con i medici e con gli operatori sanitari. Ma è necessaria anche una diversa organizzazione spaziale: è essenziale separare gli spazi e i percorsi dedicati al Covid-19, da quelli per l’assistenza per le altre patologie, informando in modo opportuno i pazienti dei cambiamenti.

Bisogna anche ricollocare lo staff medico, o integrarlo con personale aggiuntivo part-time o full time (inclusi medici e infermieri del settore privato, personale andato in pensione e stagisti con ruoli specifici). Infine, si deve tracciare una mappa con l’elenco dei servizi essenziali, per stimare la disponibilità delle risorse, delle farmacie pubbliche e private e dei fornitori, in modo da sapere, in modo tempestivo, se i farmaci o i dispositivi medici iniziano a scarseggiare. 

All’importanza della vaccinazione, l’OMS ha dedicato un capitolo a parte. Infatti, durante le epidemie o le pandemie, come quella di Covid-19, si rischia di interrompere, anche in modo temporaneo, un servizio, come quello della profilassi vaccinale, che è essenziale e non può essere rinviato. Può bastare anche un breve periodo di ritardo nelle vaccinazioni, per una popolazione o un gruppo, a far aumentare la probabilità della comparsa di focolai di malattie epidemiche, per le quali oggi esistono i vaccini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce come esempio il morbillo, che è una malattia grave (la quale, in alcuni casi, può anche essere fatale per l’individuo). Qualora, nei singoli Paesi, si rendesse necessaria un’interruzione delle vaccinazioni, spiega l’OMS, è opportuno predisporre dei piani d’azione, per recuperare i non vaccinati, facendo sì che il ritardo venga presto colmato.

Tuttavia, riguardo i vaccini per le malattie diverse dal Coronavirus, è bene rispettare tutte le regole di distanziamento sociale indicate dalle autorità nazionali. Sulla base delle conoscenze attuali del nuovo virus, ad esempio, dovrebbero essere temporaneamente rimandate le campagne di vaccinazione di massa, che possono favorire la diffusione dell’epidemia. Mentre il monitoraggio di alcune malattie, che possono essere prevenute con i vaccini, deve essere mantenuto e rinforzato, in modo da individuare i casi legati alla mancata vaccinazione. A partire dal prossimo autunno, nei Paesi in cui il virus sarà stato sconfitto, l’OMS raccomanda la vaccinazione antinfluenzale per gli operatori sanitari, gli anziani, le donne in gravidanza e altre categorie a rischio (come immunodepressi e bambini). 

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