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Coronavirus e allergie stagionali, con l’arrivo della primavera per gli allergici torna il periodo del naso chiuso, della tosse e dei vari fastidi alle vie aeree, sintomi che sembrano simili a quelli del Covid-19.

Di pollinosi (allergia da polline) soffre una persona su quattro, tanto che le allergie respiratorie sono le più diffuse al mondo: solo in Italia il fenomeno interessa circa 20 milioni di persone. Occorre notare che le allergie ai pollini possono svilupparsi anche in età adulta, per cui chi sviluppa sintomi in questo periodo potrebbe essere portato a confonderli con quelli del Coronavirus. Vediamo, allora, quali sono le differenze e come comportarsi.

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Coronavirus e allergie stagionali, le differenze

Innanzitutto, le secrezioni derivanti da raffreddore allergico sono liquide e trasparenti, mentre quelle del Coronavirus no, e nell’allergico il raffreddore è quasi sempre accompagnato da bruciore, prurito, lacrimazione e congiuntivite, che tende ad affievolirsi con l’assunzione di antistaminici o cortisonici; oltretutto la febbre, che accompagna il Covid-19, è assente nelle manifestazioni allergiche.

Per gli allergici è ancor più consigliato l’utilizzo della mascherina, perché in grado di proteggere, oltre che dal virus, anche dal polline e dagli allergeni; le terapie antistaminiche legate all’allergia non vanno interrotte.

Tuttavia, chi soffre di allergia soffre di una malattia cronica, per cui tali soggetto devono prestare ancora più attenzione al distanziamento sociale e all’utilizzo di tutte le norme di sicurezza e di protezione individuale: il loro sistema immunitario è già impegnato, quindi è auspicabile evitare di sovraccaricarlo con qualsiasi altro tipo di infezione.

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