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Nelle Marche il rapporto di imprese al femminile è di circa 1 a 5. A segnalarlo l’Osservatorio Imprenditorialità Femminile, Unioncamere – InfoCamere. Il tasso di femminilizzazione marchigiano è al 23,01%, 38.352 imprese rosa su 166.661 imprese. La pandemia ha giocato un ruolo critico anche per le sorti delle imprese femminili. Rispetto all’anno precedente, il Coronavirus ha causato una variazione di circa 1 punto percentuale in meno.

L’Italia delle imprese al femminile è un’istantanea che conferma la necessità di colmare il gap di genere. A livello nazionale, la quota sul totale imprese è poco sopra il 21% con 1.336.227 di imprese gestite da donne. Dopo diversi anni di crescita, seppur lenta ma costante, il 2020 si è chiuso con un saldo negativo di quasi 4mila aziende. A subire di più le aziende femminili concentrate nei settori più esposti alla pandemia. Dalle agenzie di viaggio alle società di servizi, dal commercio all’assistenza sociale il quadro è drammatico. Un nuovo allarme quindi per l’occupazione femminile, colpita molto più di quella maschile. Nelle Marche si rispecchia a pieno l’andamento nazionale di tale nuova criticità.

Le Marche riflettono la situazione Italia

Le imprese femminili in Italia e nelle Marche sono prevalentemente di piccole dimensioni fatte da giovani under 35. Proprio quest’ultima voce, nel Rapporto Imprenditoria femminile di Unioncamere, segnalava un altro grande gap rispetto ai coetanei uomini. Nella regione Marche le Start-up innovative femminili sono state solo 55 su 343 totali. Nell’ultimo trimestre 2020 a livello nazionale solo il 13,3% delle start up innovative ha una prevalenza femminile.

I dati delle varie ricerche descrivono un netto svantaggio per imprese femminili. Per alleviare tale situazione, diversi enti creditizi stanno varando nuove idee di sostegno. La vera sfida si potrà intraprendere con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), meglio noto come Ricovery Plan. Alla luce delle proposte trapelate al momento, queste potrebbero addirittura aumentare le differenze di genere. Nelle sezioni dedicate alla transizione digitale e alla transizione verde, non c’è traccia di una valutazione dell’impatto di genere.

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