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Liste di attesa, è stato attivato qualche giorno fa dal Ministero della Salute il numero di pubblica utilità “1500”, che ha carattere sperimentale ed è previsto per tre mesi.

Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 16, al numero risponderanno i dirigenti del Ministero della Salute, per informare sulle modalità di accesso alle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale e raccogliere informazioni sulle esperienze dei cittadini.

Sarà possibile segnalare la propria esperienza anche attraverso un modulo compilabile online. I dati raccolti saranno, poi, analizzati per promuovere dei miglioramenti nel campo delle liste di attesa, in accordo con le Regioni e Province autonome, che hanno il compito di programmare e organizzare i servizi sanitari.

Liste di attesa, il progetto del Governo

Fin dall’inizio del proprio mandato, il Ministro Giulia Grillo ha posto le liste d’attesa tra le priorità del programma di Governo. In considerazione della rilevanza del tema e dei ritardi che ci sono stati negli ultimi anni, è stato iniziato un percorso per arrivare, grazie anche alla collaborazione dei cittadini italiani, a provvedimenti orientati alla riduzione dei tempi di attesa in modo uniforme in tutta Italia.

Tale percorso, iniziato a giugno con la richiesta di dati alle Regioni, ora prosegue con il numero “1500” e l’ascolto dei cittadini, con l’obiettivo finale di realizzare un nuovo Piano nazionale di Governo delle liste di attesa, in accordo con le Regioni e Province autonome.

Il Piano nazionale di Governo delle liste di attesa attualmente in vigore prevede una garanzia sui tempi massimi di attesa per circa 60 prestazioni ambulatoriali e ricoveri, oltre che per specifici percorsi di cura in relazione alle malattie cardiologiche e ai tumori.

Il progetto ha visto la collaborazione di Cittadinanzattiva, che ha testato il servizio insieme ai suoi volontari in tutte le Regioni d’Italia.

A cosa serve il numero di pubblica utilità 1500

Con il numero di pubblica utilità 1500 non è possibile effettuare prenotazioni di prestazioni sanitarie, raccogliere denunce penali e chiedere valutazioni cliniche sulle prescrizioni effettuate dal medico di famiglia.

Sarà, però, utile per monitorare e definire meglio le caratteristiche di un fenomeno che rappresenta forse la prima e la più criticata carenza della sanità italiana.

Un caso esemplare di qualche giorno fa, è riferito a una 98enne campana, affetta da multipatologie, che al momento della richiesta di una Tomografia computerizzata del cranio si è vista mettere in lista di attesa per il 2020.

La necessità di avere un riscontro diagnostico in breve tempo ha costretto la famiglia a rivolgersi a un servizio privato a pagamento, con un esborso di 560 euro. Nel caso dell’anziana, che avrebbe dovuto aspettare di compiere cento anni per ottenere una Tac dalla Asl, la famiglia ha deciso di passare alle vie legali.

Le parole del coordinatore del Tribunale dei diritti del malato

Molte famiglie italiane, ogni giorno, sono costrette a rinunciare al servizio sanitario pubblico nazionale (sostenuto con le tasse), per mettere mano al portafoglio e rivolgersi così alla sanità privata.

La speranza è che, alle dichiarazioni di intenti e agli annunci, facciano seguito delle soluzioni concrete per far fronte all’annoso problema delle liste di attesa infinite, una vera e propria piaga della sanità italiana.

Queste le parole in proposito, da parte del coordinatore del “Tribunale dei diritti del malato”, Tonino Aceti: “L’istituzione del numero 1500 sulle Liste d’attesa è certamente un segnale d’attenzione e recepisce una nostra istanza all’interno dei lavori per il nuovo Piano, ma, allo stesso tempo, i cittadini si aspettano risposte concrete per contrastare il fenomeno, a partire da un piano nazionale che non sia un ‘libro dei sogni’ o un mero documento burocratico, ma che garantisca innanzitutto certezza nella tempestività delle prestazioni richieste dai cittadini”.

“In questo senso – ha concluso Aceti – il solo miliardo in più per il Fondo Sanitario Nazionale 2019, ipotizzato in questi giorni, non sembra essere sufficiente per risolvere alcuni nodi, come: le assunzioni e contratti per il personale, l’abolizione del superticket, la piena operatività dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e la riduzione del fenomeno delle Liste d’attesa. Con la prossima Legge di Bilancio, che il Governo dovrà emanare, ci aspettiamo molto di più”.

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