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La UOC cardiologia dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno è fra i 10 centri europei che porteranno avanti la ricerca “VIVO Study”. Il centro ascolano è l’unico per l’Italia, gli altri 9 sono in Olanda, Gran Bretagna, Portogallo, Irlanda e Germania. Nello studio saranno coinvolti 125 pazienti: la cardiologia ascolana ha trattato il primo paziente in Europa. Con successo.

La ricerca “VIVO Study”

Lo studio “VIVO Study” riguarda pazienti che soffrono di numerosissime extrasistoli ventricolari per le quali sarebbe necessaria una terapia invasiva con ablazione mediante cateteri. Utilizza un sistema non invasivo che combina le immagini di una TAC o di una risonanza magnetica cardiaca con i segnali provenienti da un elettrocardiogramma standard. La combinazione genera un modello 3D del cuore che mostra il punto di partenza delle extrasistoli. Questo fornisce preziose informazioni a medico e paziente sulla strategia terapeutica da adottare. 

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VIVO Study è stato approvato dal Comitato etico della Regione Marche e dal direttore di Area Vasta 5 con specifica delibera. Il ricercatore principale dott. Procolo Marchese, responsabile della UOS di Elettrofisiopatologia è coadiuvato dalla co-ricercatrice dott.ssa Francesca Gennaro.  

La cardiologia del Mazzoni ha trattato il primo paziente in Europa

Venerdì 29 ottobre il primo paziente europeo dei 125 coinvolti nello studio è stato trattato nella UOC di Cardiologia di AV5. La UOC del nosocomio ascolano è diretta dal dott. Pierfrancesco Grossi.

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Il personale della UOC di Cardiologia dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno con il primario Pierfrancesco Grossi e il responsabile dello studio Procolo Marchese

Nel paziente numero uno il sistema ha consentito di individuare la sede delle extrasistoli ventricolari all’interno del bulbo aortico. Tra le due cuspidi coronariche: un punto complesso e delicato. Pertanto è stato effettuato un mappaggio elettroanatomico 3D guidato da eco intracardiaco che, integrato con le immagini TC, ha consentito di ricostruire l’anatomia in tempo reale. E di raggiungere il punto esatto dove è stata eseguita l’ablazione con rapida interruzione della tachicardia e senza alcun danno alle strutture circostanti (tra cui le coronarie). Il paziente, che prima della procedura aveva oltre 27mila extrasistoli al giorno, è stato dimesso senza alcuna aritmia e verrà controllato a 3, 6 e 12 mesi.

Quest’ulteriore traguardo è merito dell’impegno di tutto il personale della Cardiologia (medici, infermieri, tecnici e OSS). Ma anche del personale della Radiologia e di quello amministrativo di AV5 . E contribuisce a consolidare la crescita della Cardiologia ascolana che ha assunto da tempo rilevanza internazionale anche nel trattamento delle aritmie cardiache.

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