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Dal 9 gennaio non verranno più trasmesse le edizioni notturne dei TG regionali: le sedi regionali, infatti, saranno chiuse alle 20.00. Ciò vuol dire che il servizio pubblico per 11 ore non avrà (e non darà) copertura territoriale all’informazione. 

La RAI, dunque, depotenzia le testate regionali, proprio quelle che fino a ieri venivano considerate “un presidio democratico sul territorio”.

Usigrai sulla cancellazione delle edizioni notturne dei TG

Per lUsigrai (il sindacato dei giornalisti della Rai ) la decisione presa dall’azienda è inaccettabile. Riportiamo integralmente il comunicato diramato.

“Apprendiamo dall’audizione dell’Amministratore Delegato in Commissione di Vigilanza – si legge nella nota –  la decisione di cancellare la terza edizione dei tg Regionali senza alcun confronto sindacale e violando le più elementari regole contrattuali.

Sorprende inoltre la dichiarazione dell’a.d.  secondo cui la decisione sui palinsesti sarebbe passata in Cda. attraverso una ” presa visione all’unanimità”.  Espressione di nuovo conio per dire che la scelta è stata assunta in autonomia e solo comunicata ai Consiglieri.
L’amministratore delegato che il giorno prima aveva dichiarato di non volere inseguire lo share oggi giustifica il taglio della terza edizione proprio con i dati di ascolto che per di più non rispondono al vero.

I dati audirai del 2021 dicono con estrema chiarezza che la terza edizione non perde ascolti.

Anzi, le edizioni della Tgr fanno da traino alla programmazione di Raitre, segno del grande interesse ai contenuti dell’informazione regionale.

Si tratta dunque di un taglio che mortifica il ruolo e la funzione dell’informazione Rai.

Come abbiamo evidenziato, così si spegne la presenza del Servizio Pubblico sul territorio e dal territorio, per la tgr e per tutte le testate rai, per quasi 12 ore al giorno: dalle 20 alle 7.

L’Usigrai denuncia con forza il metodo adottato da questo vertice aziendale che ritiene “doveroso” incontrare i partiti per decidere le nomine dei direttori dei telegiornali ma non altrettanto doveroso il confronto con i rappresentanti dei lavoratori della Rai.

L’Ad non spieghi a noi l’importanza dell’impegno cui tutti siamo chiamati come dipendenti del servizio pubblico. Noi giornalisti siamo da sempre impegnati in via esclusiva nella valorizzazione dell’informazione della Rai. Sulla circolare degli impegni esterni è Carlo Fuortes che dovrebbe spiegare perché ha accettato di fare l’amministratore delegato della Rai se sapeva di non poter lasciare gli incarichi di amministratore unico e sovrintendente del teatro dell’Opera di Roma.

L’Esecutivo Usigrai”

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