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Un medico ascolano di 67 anni, convenzionato con l’Asur, è stato arrestato oggi dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari.

Pesanti le accuse a suo carico. Di peculato, in quanto avrebbe prelevato 120 dosi di vaccino anti-covid dall’Asur e se ne sarebbe disfatto senza inocularle. Di falso indotto in atto pubblico per 150 attestazioni di avvenuta somministrazione di vaccino anti covid – somministrazione che si ritiene non avvenuta – con conseguente rilascio di green pass a 73 soggetti. Green pass, questi ultimi, che si ritengono falsi.

Il medico al momento è indagato anche per tentata truffa aggravata ai danni dell’ASUR per gli emolumenti che avrebbe ricevuto per ciascuna dose di vaccino non somministrata. 

Il Gip ha disposto inoltre gli arresti domiciliari per una delle 73 persone che avevano ottenuto il green pass per l’ipotesi di falso in concorso con il medico verso il quale avrebbe agito da “intermediario”.

Nel corso di 15 perquisizioni a carico di altrettanti soggetti sono stati sequestrati telefoni cellulari e altro materiale utile per la ricostruzione della vicenda..

A carico di ciascuno dei possessori dei green pass che si ritengono falsi è ipotizzato il reato di falso in concorso con il medico.

Il comunicato del Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno

Il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Ascoli Piceno Umberto Monti ha diramato la nota che riportiamo.

“Nella mattinata di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno hanno dato esecuzione a una ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di questo Tribunale che – su richiesta di questo Ufficio – disponeva:

♦ la custodia cautelare in carcere a carico di un medico di medicina generale convenzionato ASUR di questa città in relazione alle ipotesi di reato di peculato di 120 dosi vaccinali ritirate dal Centro vaccinale ASUR di Ascoli Piceno delle quali – si ritiene – si disfaceva non inoculandole; falso indotto in atto pubblico riguardo a 150 attestazioni di avvenuta somministrazione di dosi vaccinali – somministrazione che si ritiene non avvenuta – con conseguente rilascio da parte del Ministero della Salute di certificazione verde di avvenuta vaccinazione (c.d. “green pass”) a 73 soggetti , certificazione che si ritiene quindi falsa.

♦ La custodia agli arresti domiciliari di una delle 73 persone che avevano ottenuto in tal modo il “green pass” in relazione alla ipotesi di falso in concorso con il medico riguardo al proprio “green pass”e ai “green pass” di altre persone rispetto alle quali – in ipotesi – si poneva come “intermediario” verso il medico.

♦ Il sequestro preventivo dei 73 “green pass” che si ritengono falsi con sequestro dei corrispondenti codici sorgente “Qrcode” presso il Ministero della Salute.

Su disposizione di questo Ufficio sono state inoltre eseguite 15 perquisizioni a carico di altrettanti soggetti con sequestro di telefoni cellulari e di altro materiale che si ritiene utile per la ricostruzione degli esatti confini della vicenda.

A carico di ciascuno dei possessori dei “green pass” che si ritengono falsi è ipotizzato il reato di falso (in concorso con il medico) in relazione al proprio “green pass”.

Il medico è sottoposto ad indagine anche per tentata truffa aggravata ai danni dell’ASUR riguardo agli emolumenti previsti per ciascuna dose di vaccino somministrata.

Il procedimento è stato innescato da spunti investigativi raccolti dalla Stazione Carabinieri di Ascoli Piceno che trovavano iniziale conforto in alcune anomalie nelle modalità di vaccinazione seguite dal medico sottoposto ad indagine, anomalie rilevate dalla stessa ASUR (numero di vaccinazioni eseguite notevolmente più elevato rispetto a quelle effettuate da altri medici convenzionati; vaccinazioni effettuate in gran parte a soggetti che non erano propri assistiti e in certi casi a pazienti provenienti anche da fuori regione; tempi ritardati rispetto a quanto prescritto per l’inserimento delle attestazioni di avvenuta vaccinazione nel sistema informatico del Ministero della salute).

Le corrispondenti e articolate attività di indagine dirette da questa Procura della Repubblica si sono sviluppate tra settembre e dicembre 2021 su più piani – attività tecniche, servizi di osservazione e pedinamento, riprese video, acquisizioni documentali – volti a verificare se nelle ore successive al ritiro delle dosi vaccinali da parte del medico (ed entro le quali tassativamente doveva essere effettuata l’inoculazione) vi fosse stata la somministrazione delle stesse ai pazienti, somministrazione poi attestata dal medico e inserita nella piattaforma informatica ministeriale attraverso la quale veniva poi rilasciato il “Green Pass”; indagini volte anche a monitorare e ricostruire i rapporti e gli accordi retrostanti tra i vari soggetti coinvolti e il loro ruolo.

Tali attività – svolte coralmente e accuratamente dal Nucleo Investigativo, dal Nucleo Operativo e dalla Stazione Carabinieri in costante coordinamento con questo Ufficio – hanno consentito di raccogliere gravi elementi per ritenere che le 120 dosi vaccinali prelevate dal medico tra la fine di settembre e i primi di dicembre del corrente anno non siano state somministrate e che quindi siano false le attestazioni di avvenuta vaccinazione che il medico inseriva nel sistema informatico del Ministero della Salute nello stesso periodo e falsi i corrispondenti “green pass” rilasciati.

Le misure cautelari personali applicate (rispettivamente custodia in carcere e arresti domiciliari) sono state emesse in relazione alle esigenze di genuina acquisizione delle prove mentre sono state previste misure minori, una volta soddisfatte le esigenze probatorie, riguardo al pericolo di reiterazione del reato.

Le attività di indagine sono infatti tutt’ora in corso a cura del Nucleo Investigativo e degli altri Reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Ascoli Piceno (Nucleo Operativo e Stazione) al fine di ricostruire con esattezza ogni aspetto della vicenda e i suoi esatti confini.

Nei prossimi giorni le due persone sottoposte a misura cautelare personale, a loro garanzia, verranno interrogate dal Giudice per le Indagini Preliminari su tutti i fatti finora emersi dalle indagini e che hanno fondato le misure emesse”.

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