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Sant’Antonio Abate, il protettore degli animali – di Marco Pietrzela (*).

Oggi è Sant’Antonio Abate, il protettore degli animali. Una ricorrenza molto sentita in tutto il Piceno. Quando non c’erano soldi e non c’erano veterinari, si riteneva che il Santo fosse l’unico che potesse salvare gli animali della stalla.

Nella serata di ieri, la vigilia, i gruppi di questua sono usciti per le vie della città e per le contrade a portare il tradizionale canto dedicato al Santo, “lu nemiche de lu demonie”. Nel canto viene riproposto il duello tra Sant’Antonio (il bene) e il diavolo (il male). Un concetto antichissimo che risale alla notte dei tempi. Molto divertenti le strofe in cui il Santo sopporta con pazienza i dispetti del demonio salvo poi arrabbiarsi di brutto e scacciare alla fine il fastidioso molestatore.

Tutti danno ospitalità ai cantori questuanti e offrono loro da bere o qualcosa da mangiare. Quando c’e di mezzo la stalla e gli animali della fattoria non si scherza!

Anche quest’anno, nonostante tutto, il gruppo di questua “Pozza i Bbè” ha onorato la tradizione; negozianti e ristoratori ascolani sono stati come sempre disponibili e generosi. Il suono degli organetti, dei tamburelli e delle chitarre ha echeggiato per le vie del centro storico tra le preziosità del mercatino dell’antiquariato ed il travertino.

E mentre la notte avanza, l’allegria dei cantori e dei musicisti ci ricorda che, dopo tutto, anche oggi, per essere felici basta poco.

(*) Marco Pietrzela: musicista, studioso e ricercatore; componente del Comitato tecnico dei dialetti marchigiani.

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