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Spreco alimentare, nella giornata di oggi è necessario intervenire su più livelli. Lo spreco alimentare negli ultimi decenni ha assunto i contorni di una colossale emergenza globale. È una piaga economica, sociale e ambientale da risolvere il più presto possibile. Le municipalità ricoprono un ruolo chiave, anche quelle nelle zone più interne del territorio piceno. Slow Food a livello europeo ha pubblicato una guida per ridurre lo spreco a livello locale. La Comunità Slow Food di Favalanciata ha raccolto l’appello alla diffusione per condividerlo con tutti gli attori protagonisti dell’economia e della vita sociale dei territori dell’interno.

Spreco alimentare, attraverso sinergie si raggiungono i risultati migliori

La transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente passa necessariamente da una riduzione dello spreco di cibo. Questo avviene lungo tutta la catena di approvvigionamento, dalla raccolta, stoccaggio, trasporto, trasformazione, distribuzione, fino al consumo di cibo da parte dei singoli individui. Ma è proprio a livello dei consumatori che si verifica il 70% dello spreco alimentare complessivo.

I livelli di spreco alimentare sono stati per troppo tempo sottostimati a causa della mancanza di dati e di un quadro di monitoraggio condiviso. Attraverso la sinergia tra istituzioni, settore privato, terzo settore e società civile, la tendenza può cambiare. In questo modo si possono raggiungere i risultati migliori. L’impegno di Slow Food in favore della riduzione dello spreco alimentare in tutto il mondo, ha prodotto serie di considerazioni e riflessioni. Idee e casi studio da condividere anche insieme ai protagonisti dei piccoli centri.

I comuni, attori chiave

Sempre più regioni e comuni sono considerati attori chiave dell’economia circolare e del sistema alimentare sostenibile. Sono quelli che implementano misure concrete sul campo. Rappresentano il livello di governance più vicino ai cittadini e alle imprese, agiscono sulla prevenzione. Un comune può innescare altri impatti positivi dell’economia e della salute locale. Può promuovere la biodiversità alimentare, la produzione alimentare sostenibile periurbana, la produzione di alimenti biologici e sani. Allo stesso tempo, favorire anche la raccolta dei rifiuti organici dal cibo non salvato per creare fertilizzante adatto alle stesse colture locali e chiudere così il ciclo dei nutrienti. I comuni possono quindi portare tutti gli attori del sistema alimentare a ripensare il proprio lavoro in modo completo e impegnarsi in collaborazioni sinergiche e soluzioni innovative.

La responsabilità dei consumatori

Troppo spesso, la responsabilità di fare scelte sostenibili viene messa a carico delle famiglie e degli individui. Tale responsabilità però non tiene conto del fatto che le scelte sono vincolate e plasmate da un’intera gamma di aspetti fisici, economici, politici e socioculturali, influenze, la maggior parte dei quali sfugge al controllo. Fondamentale sarà quindi educare i bambini e le generazioni future. Obiettivo: portare l’educazione alimentare nelle scuole. I progetti insegneranno a unire gusto e responsabilità nelle scelte quotidiane e apprezzare l’importanza culturale e sociale del cibo nel presente e nel futuro.

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