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Coldiretti Ascoli Fermo: “dopo l’aumento spropositato dei canoni demaniali, arrivano i rincari sui carburanti a minare la tranquillità delle marinerie di San Benedetto e Porto San Giorgio. Con il prezzo del petrolio che torna a sfiorare i 90 dollari al barile. E se tutto ciò non bastasse, la tempesta diventa perfetta con la riduzione delle giornate di pesca”.

Coldiretti: la flotta picena

Armando Marconi e Francesco Goffredo sono, rispettivamente, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo. Sono loro a snocciolare i numeri. Poco rassicuranti.

“Di questo passo – spiegano – uscire in mare non sarà economicamente sostenibile. Il settore subirà l’ennesima mazzata e tutto ciò favorirà ulteriori importazioni di pesce straniero. Un pesce che non garantisce gli stessi standard di qualità e sicurezza del prodotto Made in Italy, né l’attenzione e il dovuto rispetto alla risorsa mare”.

La pesca nel piceno rappresenta uno dei distretti blu più importanti d’Italia. La marineria di San Benedetto del Tronto è la seconda del Paese, dietro Mazara del Vallo.

Le Marche, in generale, contano circa 750 imbarcazioni (quinta marineria d’Italia)  e rappresentano l’11% della produzione nazionale con oltre 21mila tonnellate di catture (dati Crea).

Tuttavia, secondo un studio Coldiretti su dati Infocamere, le aziende sono diminuite del 13% negli ultimi 20 anni mentre la quota di pescato estero ha raggiunto l’80% sui banchi nazionali. Un pescato lontano dalla qualità e dagli standard di sicurezza di quello italiano.

Per valorizzare al meglio le specie ittiche, Coldiretti ha iniziato da tempo un percorso dal mare alla tavola. Accompagnato da progetti di educazione alimentare nelle scuole per insegnare ai futuri consumatori di domani la bontà del pesce italiano, la sua salubrità, la stagionalità del mare e la cura dell’ambiente.

Inoltre Coldiretti spinge da anni per l’inserimento dell’origine del pescato, a oggi presente solo nei banchi delle pescherie, anche nei menu delle attività ristorative.

“Ma nell’immediato è necessario intervenire urgentemente per calmierare i costi del carburante – aggiungono Marconi e Goffredo – perché così si rischia di danneggiare anche tutto un importante indotto rappresentato dal settore nautico, dall’artigianato e dai servizi. Abbiamo già richiesto interventi urgenti alle parti politiche per rivedere le norme. Ma a questo punto serve intervenire anche per calmierare il prezzo del gasolio. Onde evitare di portare alla chiusura definitiva delle imprese di pesca già messe in difficoltà da due anni di pandemia. Serve un impegno forte del Governo e del Ministero delle Politiche agricole per spingere l’Ue a fare marcia indietro sui drastici tagli alle attività”.

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