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Nel mese di febbraio 2022 nella provincia di Ascoli Piceno ci sono state 369 denunce all’INAIL di infortuni da covid-19 (+21 casi sul mese precedente). Dato che corrisponde al 7,1% di incidenza sul totale, con una variazione percentuale del 6% rispetto al dato precedente. Il 70% è costituito da infortuni di donne. Nel bimestre gennaio-febbraio 2022 l’INAIL non ha ricevuto denunce per morte da covid.

Provincia di Ascoli Piceno: dati dettagliati per fasce di età

5,7%: infortuni nella classe di età fino a 34 anni.
7,2% in quella da 35 a 49 anni.
7,4% nella classe da 50 a 64 anni.
Infine il 7,4% è in quella oltre i 64 anni.

Nella Regione l’aumento ha riguardato tutte le province, ma maggiormente, in termini relativi, quelle di Macerata (21,8% dei casi ovvero 1.135) e Ancona (36.9% ovvero 1.926).

Dati dettagliati per professione

Gli infortuni denunciati riguardano tecnici della salute (l’85% infermieri); addetti ai servizi sanitari e sociali, impiegati di segreteria (93% impiegati e assistenti amministrativi); impiegati addetti al controllo di documenti, smistamento e recapito della posta (81% postini e portalettere). Ma anche addetti ai servizi personali (2/3 operatori socioassistenziali,  10% badanti e  7% assistenti domiciliari). Nel settore dei servizi di istruzione e sanitari, non qualificati, il 43% è ausiliario ospedaliero, il 19% portantino, il 18% bidello, il 12% inserviente in RSA e il 7% inserviente in ospedale.

Dati dettagliati per attività economica

In percentuale, le denunce all’INAIL per infortuni da covid-19 sono arrivate per il 96,3% dal settore industria e servizi, per il 2,7% dal settore pubblico e infine per lo0,3% dal settore dell’agricoltura.

Il commento di Guido Bianchini, presidente del Comitato provinciale INAIL

“Con l’incremento di nuovi casi di persone positive al covid – scrive il presidente Bianchini – stanno aumentano anche i contagi. Soprattutto per i lavoratori del comparto sanitario.

L’INAIL dall’inizio della pandemia ha svolto, e continua a svolgere, un’intensa attività di tutela individuale per garantire i colpiti. Certamente le modalità di gestione e riconoscimento degli infortuni covid, presentano ancora alcune problematiche, spesso legate ad iter burocratico. Ma l’Istituto vuole in ogni modo garantire diritti e tutele dei lavoratori.

Si ricorda che, come chiarito nella circolare n. 13/2020, è prevista la presunzione semplice di infortunio nel caso di contagio da covid per tante categorie di lavoratori: operatori sanitari, lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite/banconisti, personale non sanitario operante all’interno delle strutture sanitarie con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori del trasporto infermi.

I numeri di infortuni covid sono quelli ufficiali. Ma potrebbero esserci casi sommersi a causa di certificati inviati all’INPS che hanno comportato la gestione dell’assenza dal lavoro come casi di malattia e non come infortunio sul lavoro.
La tutela dell’Inail per chi subisce l’infortunio è molto importante perché, a differenza della malattia, l’assenza dal lavoro non rientra nel periodo di comporto. Inoltre nel caso di postumi permanenti derivanti da contagio covid, che possono sorgere anche a distanza di anni dalla guarigione, l’Inail può erogare un indennizzo in conto capitale per danno biologico. Nei casi più gravi anche una rendita mensile”.

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