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Il giorno dopo ci si chiede come sia successo. Gli anni dopo ci si chiede perché sia successo. Oggi, il giorno prima, dobbiamo chiederci cosa possiamo fare perché non succeda.
Il disastro, dico, quello per il quale gioca una serie di fattori.

L’assenza dei giovani.
Dove sono? Cosa pensano? Cosa dicono? Si rendono conto?
Non credo, come sempre, ed è per questo che finiscono per pagare il conto per intero, per tutti. Sveglia ragazzi. Non è un videogioco: sta succedendo davvero.

L’incartamento dei media.

Quando accade un evento tragico, i giornali e i tg, in assenza di dati e notizie, sposano tuttavia subito una causa; smettono, così, di essere organi di informazione e diventano organi di partito o di lobby. Nel tempo, vanno incontro ad un avvitamento senza fine sull’idea iniziale.
Non si può fare molto contro questa deriva dei media; a parte smettere di prestare ascolto.

I ruoli.
Nelle discussioni, in tv o a cena, ho cominciato da un po’ a chiedermi quale ruolo giochi il mio interlocutore. E già, perché mica tutti hanno davvero interesse alla cosa per cui si accalorano. Per esempio, c’è chi vuole ascoltarsi parlare e sentirsi dar ragione, chi ha il gusto della provocazione, chi lavora per qualcuno, chi gli state semplicemente antipatico. E chi è, per indole, in mala fede.
Quello cui sta veramente a cuore l’argomento, è quello che ascolta e dice cose sensate. Conviene continuare la discussione con lui, in privato.

I prestafaccia.
Voglio dirlo chiaramente. La mia unica speranza riposa nella capacità di discernimento della classe dirigente Russa. Qualcuno dirà che sono matto. Va bene: preferite affidare le vostre speranze di sopravvivenza a un Biden o a un Zelensky o a una von del Leyen? Davvero le ritenete persone capaci di pensiero autonomo e di capacità decisionale?
Vorrei davvero che fosse così.

L’Impero.

Credo che oramai la situazione sia abbastanza chiara. Esiste un Impero americano che spande il suo potere sul mondo, con nemici, alleati e colonie. Come Atene. Come Roma. E come tutti gli imperi. Gli imperi non decadono; collassano. A volte si disgregano in pochi anni, a volte in pochi giorni. Segue un periodo di caos. Credo che tutti, Russia, Cina ed Europa siano consapevoli del prossimo collasso dell’Impero americano e si preoccupino di ammorbidirne la caduta.
Perché l’Impero ha senso nel momento in cui assicura la sicurezza dei sudditi; in cambio dei dovuti tributi. Ora, il patto è venuto meno perché l’America è diventato il primo fattore di insicurezza del mondo. Impossibile continuare; difficilissimo cambiare strada. Questo è.

I prestaidee.
Cioè i nostri politici. Lo so, si barcamenano alla meglio: hanno provato ad opporsi alle sanzioni, poi si sono accodati con furore, per dimostrare la loro fedeltà, col risultato di diventare inaffidabili per gli uni e per gli altri. Ma perché non farlo vedere chiaramente? Siamo sudditi, ci va bene, siamo costretti a dire di sì ma non ci fa piacere. Tanto si è capito.
Ma è sbagliato.

Perché l’Italia non è un grande Paese ma è un Paese importante.

Chi sogna di farci diventare una potenza militare dovrebbe contare quante persone sarebbero disposte a mandare i propri figli sul campo, se no è solo una bella fantasia. Però abbiamo un potere di attrazione; siamo un modello, per tanti. Il nostro passaporto è il terzo più potente del mondo.
E allora facciamo qualcosa, oggi. Mandiamo un messaggio al nostro parlamentare, tipo: “Caro Onorevole, le esprimo il mio disappunto per la decisione dell’Italia di mandare le armi in Ucraina e di rinunciare ad un suo ruolo autonomo”.
Non avete idea di quanto pesi il messaggino di un elettore.
Del resto, siamo mica la Russia, neh?
Siamo una democrazia: allora, perché non farlo?

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