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Nell’Unione Europea cresce la preoccupazione poichè insieme agli animali d’affezione si corre il rischio di importare dall’Ucraina anche il virus della rabbia. Virus che circola diffusamente nel Paese. La Direzione Generale della sanità animale ha divulgato una circolare per prevenire e controllare eventuali rischi per la salute per i profughi e per gli animali al seguito. Ma anche dei cittadini italiani.

Animali dall’Ucraina e virus della rabbia

Dalla lettura dei dati diramati dall’Ucraina si legge di “una circolazione diffusa dell’infezione [della rabbia, ndr] nel serbatoio selvatico con frequenti episodi di spillover nei carnivori domestici” . Per questa ragione il CRN raccomanda che tutti gli animali da compagnia al seguito dei profughi ucraini vengano sottoposti a prelievo ematico per verificare la presenza di anticorpi rabbia. E vengano poi sottoposti a un periodo di osservazione di 3 mesi, in caso di esito positivo della titolazione, e di 6 mesi in caso di esito negativo della titolazione. Fin qui nel caso che gli animali abbiano microchip e certificato di vaccinazione antirabbica.

In caso contrario, la circolare dispone che gli animali vengano immediatamente sottoposti a riconoscimento con microchip e vaccinazione antirabbica. Poi assoggettati a un periodo di osservazione di almeno 3 mesi. 

Inoltre, il CNR raccomanda che, durante tutto il periodo di osservazione, i cani vengano tenuti sempre al guinzaglio con museruola. E i gatti vengano tenuti in ambiente confinato.

Macerata, il coordinamento nelle attività di profilassi

“Ai fini di sensibilizzare la popolazione che accoglie i migranti  a rivolgersi ai rispettivi uffici di competenza per regolarizzare la presenza dei pet provenienti dall’Ucraina – spiega l’assessore all’ambiente Laura Laviano –  l’Ufficio tutela del enessere animale del Comune di Macerata  in collaborazione con i Servizi Veterinari dell’ASUR AV3 e l’Ordine dei Medici Veterinari della provincia farà da coordinatore per le attività di profilassi previste. Avvalendosi anche della disponibilità espressa dai medici veterinari liberi professionisti”.

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