Dicono che sto sviluppando un sentimento anti americano. In verità ce l’ho con l’Impero, che ha sede negli USA ma che sta schiacciando tutti allo stesso modo.
L’Impero è quella congrega di, forse, un migliaio di persone, tra monopolisti, boiardi di Stato, manager di megafondi di investimento, maxi editori e banchieri, che da decenni decide i destini del mondo. Senza, però, averne più legittimità per i motivi che provo a spiegare.
La sicurezza
È il primo punto del patto tra i cittadini e l’Impero. Questo, non solo non ci liberò dall’unica mafia esistente ma, da decenni, la usa. Avendo intanto permesso la nascita di altre mafie incluse, pragmaticamente, nel tessuto legale.
La tutela sociale
Cioè i sistemi pensionistico e sanitario, frutto della meglio cultura europea. E, non da oggi, sotto un attacco strisciante e inesorabile.
La democrazia
Si manifesterebbe con la libertà di avere varie ipotesi e di poter scegliere quella che si vuole. Ma un sistema mediatico che si permette di irridere le censure altrui perché addestrato ad autocensurarsi molto efficacemente, droga la libera scelta. E soffoca nella culla, con la congiura del silenzio, le ipotesi sgradite. Per non dire del fatto che si vota regolarmente per un partito di svolta e questo finisce per trasformarsi in un pretoriano del Potere. Immancabilmente.
Il libero mercato
Cioè, oramai, solo quello rionale. Dal momento che, su scala grande, la mano invisibile dell’economia ha sempre più bisogno di aiutini: sovvenzioni di Stato, paradisi fiscali, concentrazioni per stroncare la concorrenza. Nonché, di tanto in tanto, una guerrettina qua e là.
Il lavoro
Di mestiere, si sa, faccio il medico: ad oggi sono quattro i casi capitatimi di persone piangenti di lavoro. Lo stress occupazionale è la prima malattia professionale in Occidente. Eppure ci avevano promesso una serenità da classe media, con casetta e futuro assicurato per i figli. Invece siamo al trionfo della precarietà e dell’incertezza del domani. Mentre aumenta il divario fra ricchi e poveri.
In breve, siamo di fronte a una serie di tradimenti. Per questo l’Impero non ha più legittimità e non gli dobbiamo più alcun tributo. Ma chi o cosa prenderà il suo posto? Non si sa, ed è per questo che ancora resiste.
Il popolo avverte il disagio crescente ma non sa cosa fare perché non c’è un’alternativa e nessuno si azzarda a saltare nel vuoto. Perciò l’Impero aveva bisogno estremo di questa guerra alla Russia. La Russia non è una alternativa proponibile ma è, comunque, ‘altro’.
Per cui, si può andare d’accordo con i Sauditi o coi Cinesi, ma con i Russi no perché, bianchi, cristiani ed europei come sono, potrebbero essere un termine di paragone, che spingerebbe la gente a inanellare i fatti in una visione analitica.
La Russia non è il nemico: è l’eretico. E l’eretico non va solo condannato ma va purificato al fuoco del rogo e le idee che porta vanno disperse nel vento. Anatema!
Tuttavia, la guerra porta emozioni forti che spingono alla riflessione. Le narco-notizie non bastano più per controllare le menti e molti cominciano a non bersele più. Dunque?
Forse l’Impero cadrà dalla sera alla mattina, oppure i popoli continueranno a pagare tributi, raschiando il fondo della propria resilienza, sopportando l’insopportabile.
Certo è che, alla fine, giovani combattenti senza colpa avranno sacrificato la loro vita solo per smuovere dal torpore noi pingui, pigri e senescenti sudditi dell’Impero. Una cosa terribilmente ingiusta.
Ma è così che le cose, schifosamente, vanno. E sarebbe proprio ora che, di andare così, smettessero. Una buona volta.
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