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Pub attività in crisi. In Gran Bretagna, i popolari punti di ritrovo, soffrono i vari rincari delle ultime settimane. Per il BBPA British Beer and Pub Association solo il 37% attualmente realizza un profitto.

Pub, in Gran Bretagna il 63% è attualmente in crisi

I nuovi dati di un’indagine di settore rivelano il danno che l’aumento dei costi di energia, beni e manodopera sta provocando ai Pub britannici. Solo 1 attività ricettiva su 3 è attualmente redditizia. I fattori principali sono l’aumento dei costi dell’energia (74%), dei beni (55%) e della manodopera (54%).  L’allarme arriva un anno dopo che il governo aveva pubblicato la sua strategia di ripresa del settore. Questa mirava ad aumentare la resilienza migliorando la redditività e mettendo pub, bar e ristoranti al centro dei piani per rivitalizzare le economie locali dopo la pandemia.  

Il quadro generale per i ristoratori rimane cupo. Quasi la metà (45%) delle attività è costrette a ridurre l’orario di apertura per evitare di chiudere definitivamente. Una su sei dichiara di non avere riserve di cassa. “Nelle ultime settimane l’inflazione ha raggiunto livelli record. I costi degli ingredienti chiave e dei servizi pubblici sono aumentati vertiginosamente, mentre la fiducia dei consumatori è crollata. Con conseguente minor numero di clienti nelle nostre sedi“. Le parole dei referenti della BBPA.

Carenza personale record 

Nel Regno Unito, la carenza di personale nel settore dell’ospitalità sta raggiungendo livelli critici. Quasi la metà (45%) degli operatori è costretto a ridurre l’orario di attività o la capacità per far fronte. Ciò costa al settore 21 miliardi di sterline di mancate entrate. Ciò provoca anche una perdita di tasse stimata di 5 miliardi di sterline.

Gli chef sono i secondi più ricercati, con il 76% degli operatori con posti vacanti che cercano di assumere queste posizioni. Seguono facchini di cucina (67%) e vicedirettori (53%).  Il settore ha attualmente un record di 174 mila posti di lavoro disponibili. Si registrano l’83% in più di posti vacanti rispetto a marzo-maggio 2019, il periodo comparabile più recente.

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