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Pakistan in ginocchio. In corso l’ottavo devastante ciclo di monsone. Da metà giugno ad oggi si registrano oltre mille morti di cui un terzo bambini. In corso il peggior disastro umanitario dell’ultimo decennio.

Pakistan, peggior disastro umanitario di questo decennio 

Il Pakistan sta attraversando un queste ore, il suo ottavo ciclo di monsone. Una stagione oltre ogni aspettativa. Normalmente il paese affronta solo tre o quattro cicli di pioggia. Il cambiamento climatico in corso a livello globale è protagonista in ogni dove con effetti imprevisti e nefasti. Le forti piogge e le inondazioni hanno ucciso già oltre mille persone negli ultimi due mesi. Di ugual numero la stima dei feriti su circa 33 milioni di persone colpite dal disastro, il 15% della popolazione del paese. Numeri confermati e condivisi dalla National Disaster Management Authority (NDMA) del paese. Numeri che tenderanno ad aumentare nelle prossime ore. Solo nelle ultime 24 ci sono stati oltre 100 morti a causa delle condizioni meteo avverse.

In corso e sul campo tutte le azioni di soccorso possibili. Alto il dispiegamento di forze compreso l’utilizzo dell’esercito. Quest’ultimo è stato autorizzato per assistere con operazioni di soccorso nelle aree colpite dalle violente inondazioni. Il Ministero dell’Interno del Paese già dallo scorso weekend aveva predisposto il tutto con una dichiarazione. Le più colpite al momento risultato la provincia meridionale del Sindh, e la vicina provincia del Belucistan. 

Numeri del disastro

La stessa National Disaster Management Authority (NDMA) del Pakistan ha affermato in un rapporto che nelle ultime 24 ore, 150 chilometri (circa 93 miglia) di strade sono stati danneggiati. In tutto il paese, più di 82 mila case sono state parzialmente o completamente danneggiate. Da metà giugno, inizio della stagione dei monsoni e fine dell’afa estrema che aveva fatto registrare temperature sui 50 gradi, più di 3 mila chilometri di strada, 130 ponti e 495 mila case sono stati danneggiati. 

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