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Danilo Baldini, delegato LAC (Lega per l’abolizione della caccia) per le Marche, scende in campo in difesa dei lupi. Animali la cui sopravvivenza come specie potrebbe essere messa in pericolo dall’approvazione di una proposta di legge presentata dai consiglieri della Regione Marche Mirko Bilò e Giacomo Rossi. Riportiamo integralmente la nota diffusa alla stampa.

Lac Marche in difesa dei lupi

“In perfetto sincronismo con i parlamentari di Fratelli d’Italia, che nei giorni scorsi hanno presentato degli emendamenti per trasferire le competenze in materia di fauna selvatica dal Ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura, ovvero nelle grinfie dei cacciatori e per consentire la caccia nelle aree protette, nei centri abitati e in tutti i periodi dell’anno, anche la Regione Marche, guidata dalla giunta Acquaroli di destra, ha presentato una Proposta di Legge alla Camera dei Deputati per riaprire la caccia al lupo!

La Proposta di Legge n. 12/2022, è stata avanzata dai consiglieri di maggioranza Bilò e Rossi. Quest’ultimo recidivo a simili iniziative contro i lupi, visto che anche lo scorso anno aveva proposto di aprire la “caccia di selezione” al predatore.

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Il lupo Drago ritrovato morto ad Arcevia

La proposta attuale si ispirerebbe ad un “modello” di normativa recentemente introdotto in Germania, che permetterebbe l’abbattimento di determinati esemplari di lupi, rapportandola e graduandola, in relazione alle
predazioni effettivamente compiute da quei particolari individui ed alla loro reiterazione su un determinato territorio. Tutto ciò presuppone però che le vittime delle predazioni siano sottoposte ad accurate e costose indagini genetiche per risalire al DNA del predatore, in modo tale che si possa dimostrare che ad uccidere sia stato proprio quel determinato lupo, piuttosto che un altro”.

Il pony di Ursula Von der Leyen

“Evidentemente i consiglieri Rossi e Bilò si sono fatti suggestionare dalla tragica fine del pony Dolly, la cavallina personale della presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen. Cavallina sbranata da un lupo definito “problematico”, che sarebbe stato identificato grazie a minuziose indagini sul DNA da genetisti tedeschi. A seguito di questo evento luttuoso personale, la Von der Leyen aveva quindi inviato una lettera a tutti gli europarlamentari esortandoli a “riconsiderare” la protezione attuale di cui gode il lupo in Europa, quale specie “particolarmente protetta”, abbassandola ad un livello di protezione inferiore. Nei giorni scorsi però, il Comitato scientifico permanente della Convenzione di Berna, ha respinto una richiesta analoga proveniente dalla Svizzera, per cui il lupo, per il momento, resta una “specie particolarmente protetta”.

La proposta di legge della Regione Marche

“Tornando alla PDL della Regione Marche, le giustificazioni addotte dai due consiglieri per far riaprire la caccia al lupo sono prive di qualsiasi fondamento scientifico: E servono solo a fomentare un clima di odio e di paura nella popolazione, specie quando si afferma che il lupo entra nei giardini delle case, sbrana i cani e gli animali domestici nei cortili e rappresenta ormai un pericolo anche per l’uomo stesso.

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Lupo ucciso sulla Pedemontana

Tutto ciò è smentito dal fatto che, in tutto il Pianeta, negli ultimi 150 anni, non sono mai stati registrati casi di attacchi all’uomo da parte di lupi. Inoltre è dimostrato dall’esame delle loro feci che le loro prede preferite non sono i bambini o i nostri cagnolini, bensì i cinghiali ed i caprioli!

In realtà, quindi, questa proposta di legge con la scusa di tutelare gli allevatori è invece l’ennesimo regalo dei politici ai cacciatori. Perchè il lupo rappresenta ormai il loro maggior “competitor”  visto che, come detto, le sue prede preferite sono i cinghiali. Che guarda caso, però, sono anche quelle più ambite dai cacciatori che ne traggono un’importante fonte di guadagno vendendo i capi abbattuti ai ristoranti di cacciagione e alla filiera della selvaggina!

Naturalmente, se un branco di lupi si  imbattesse in un gregge incustodito o in qualche animale domestico lasciato vagante, potrebbe facilmente predarlo, perché ovviamente non distinguono tra un’animale selvatico ed uno allevato.

Quindi l’unica soluzione valida ed efficace è quella di adottare misure di prevenzione e di custodia responsabile degli animali.

Per esempio utilizzando adeguate recinzioni e difese, soprattutto con l’ausilio di cani pastori abruzzesi, una specie che per secoli è stata selezionata e quindi si è “specializzata” proprio nella difesa delle greggi dai lupi. Lo dimostrano i progetti Life MedWolf e Life WolfAlps, solo per citarne alcuni. Ma anche imparando dall’esperienza sul campo degli allevatori abruzzesi che convivono pacificamente da secoli con i lupi.

Purtroppo però queste misure vengono spesso palesemente ignorate e non applicate da molti pseudo-allevatori, che pretendono di allevare gli animali, senza però poi preoccuparsi di custodirli. E comunque, la Legge Regionale delle Marche n. 17 del 1995 prevede indennizzi agli allevatori sia se le predazioni sono causate da lupi, che da cani randagi o inselvatichiti.

Riaprire la caccia al lupo, quindi, farebbe solo ritornare in serio pericolo di estinzione questo stupendo animale, già decimato dal bracconaggio, dagli incidenti stradali e dalla selezione naturale. E priverebbe la biodiversità del predatore al vertice della catena biologica, che ricopre un ruolo fondamentale nel contenimento di specie invasive introdotte dai cacciatori come i cinghiali.

Infine, come dimostrano numerosi studi scientifici, non servirebbe a limitare le predazioni, perché nei rarissimi casi ove essa è stata effettivamente consentita, come in Francia e in Spagna, gli attacchi agli animali negli allevamenti sono addirittura aumentati ad opera di branchi di cani inselvatichiti. Che sono di gran lunga più numerosi dei circa 3.000 lupi attualmente censiti in Italia! “

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