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Liberomail e disservizio procurato ai suoi utenti, Altroconsumo predispone il modulo online per richiedere i rimborsi. Il Codacons promette una class action. Una clausula potrebbe di fatto rendere nulli i reclami.

Liberomail, come richiedere il rimborso per il disservizio

Dopo una settimana di disservizio, sono stati ripristinati gli account di Libero mail e di Virgilio mail. Resta il ricordo dei disagi e delle criticità procurati agli utenti. Molti usano il proprio account gratuitamente ma per molti altri il disservizio ha bloccato le opzioni in abbonamento o a pagamento. Per tale motivo Altroconsumo ha chiesto a Italiaonline Spa un ristoro economico per ogni giorno di disagio patito dagli utenti. Per inviare un reclamo c’è la  piattaforma dedicata “Reclama Facile” sul portale dell’associazione a difesa dei consumatori.

Dello stesso parere anche Codacons che nel frattempo ha inviato una diffida a Italiaonline e annuncia l’intenzione di una class action. Il tutto a tutela dei 9 milioni di italiani danneggiati dal black out. Una clausola presente al momento della sottoscrizione dell’account a Libero o Virgilio, limita comunque la responsabilità dell’azienda in caso di disservizi e mancato funzionamento. Una clausola che potrebbe non essere applicata in maniera così generica. Sebbene si tratti di un servizio gratuito, per le associazioni a tutela dei consumatori, andrebbero applicati indennizzi in linea con quelli previsti dal Garante delle telecomunicazioni nei casi di interruzione dei servizi di comunicazione elettronica.

Problema di privacy

La questione del disservizio ha sollevato anche qualche problema di privacy. Sulla base delle linee guida del Comitato europeo per la protezione dei dati, un episodio del genere integra un cosiddetto “data breach“, ovvero una violazione dei dati personali.  Sempre secondo Altroconsumo “anche un incidente di sicurezza che comporta l’indisponibilità dei dati personali per un periodo di tempo costituisce un tipo di violazione. In quanto la mancanza di accesso ai dati può avere un impatto significativo sui diritti e sulle libertà delle persone fisiche. Per essere chiari, laddove i dati personali non siano disponibili a causa della manutenzione pianificata del sistema in corso, ciò non costituisce una violazione della sicurezza come definita all’articolo 4, paragrafo 12, del GDPR”.

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