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Lo sviluppo adolescenziale. E chi non l’ha avuto problematico? Immagino i discorsi dei miei genitori: “Maria, l’ha fatto anche oggi?” “Sì Augusto. È stato mezzo pomeriggio a fare la maglia. Ha voluto persino che gli insegnassi un altro punto…” A: “E i libri di avventure che gli ho regalato?” M: “Letti, ma preferisce i fotoromanzi”. A: “Perbacco ha già dodici anni… forse dovremmo preoccuparci. E non gioca a guardie e ladri con gli amici?” M: “No. se ne sta da solo in giardino con i suoi lombrichi. Boh… magari si risolverà tutto con la crescita”.

Sviluppo adolescenziale: ieri

Qualche anno dopo ero dallo psicologo. Che esordì così: “Bene, questo è il test Minnesota (1)”.

“E che devo fare?” “Solo rispondere a delle domande; da questo posso capire la tua personalità”.

Completai il test nel tempo previsto, stando attento a dare della mia personalità l’idea che tutti avevano già. E dopo un’ora: “Bene bene… e ora, vuoi dirmi qual è il tuo problema?”

(Finalmente, pensai) “È che sono troppo timido e a sedici anni non ho ancora una ragazza”.

“Non preoccuparti: sono cose che si risolvono con la crescita”.

Io, in effetti, non ero preoccupato. Nessun adolescente lo è. Ero curioso; ansioso di sperimentare tutte le possibilità che quella mia nuova condizione mi faceva intravvedere. Fare la maglia era solo un gioco di abilità, come lo scubidù. Invece, i miei genitori preoccupati lo erano parecchio. Grazie, mamma e papà per non aver fatto troppi errori.

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… Fare la maglia era solo un gioco di abilità, come lo scubidù

Sviluppo adolescenziale: oggi

Oggi non me la caverei così, e potrebbe succedermi quanto segue.

I miei mi iscrivono ad una scuola di orientamento progressista. Con la migliore intenzione di combattere omofobia e bullismo, gli insegnanti mi sottopongono a un questionario: devo dire se mi sento eterosessuale, omosessuale, bisessuale o asessuale (e mi va pure bene: un’agenzia australiana ne ha identificati ben 23, di sessi). Io, per la verità, a giudicare da certi atti ricorrenti, mi definirei piuttosto autosessuale, ma alla fine scelgo per eterosessuale, che mi sembra l’opzione che più mi può assicurare la sufficienza. Però ho impiegato troppo tempo e qualcuno lo nota. Per cui viene interpellato lo psicologo, che sospetta una disforia di genere, cioè il problema di uno che non sa se è carne o pesce.

Intanto però lo sviluppo incombe e non vorrei mai che domani mi trovo maschio dopo aver deciso di essere femmina. Per cui il medico mi fa una fiala di triptorelina, una medicina che si usa per il cancro della prostata o della mammella, e che blocca tutto, per darmi il tempo di pensarci su. La peluria sul labbro rimane tale, mentre i miei amici cominciano a farsi la barba e, a questo punto, mi sfottono: “Ehi, sarai mica una femminuccia?”  “Ma no, che dite… ho la collezione completa di Tex Willer!”.

Questo potrebbe succedermi.

L’AIFA e la triptorelina

L’Agenzia del Farmaco ha autorizzato l’uso, a scopo di ritardare lo sviluppo sessuale, della triptorelina, avendo il Comitato Etico dato il suo assenso. I giornali progressisti esultano, i vescovi, condannano. Io mi tiro fuori. Ma da medico ho una mia opinione.

Questi adulti che si preoccupano tanto delle scelte sessuali dei ragazzi, in realtà, hanno già fatto tutto il male che erano in grado di fare. Tv spazzatura, evocazioni erotiche sui tabelloni anche per vendere un giunto idraulico, irraggiungibili modelli di palestrati depilati o di diciottenni già arrotondate dal bisturi, escort, nonni erotomani e, su tutto, un insistente invito a crescere in fretta per diventare consumatori maturi.

Questa sollecitudine, ora, manda cattivo odore, così come l’insolita fretta dell’Agenzia del Farmaco.  No, non credo sia per il fatto che una fiala di farmaco costa 500 euro; credo che sia per una sincera ipocrisia.

L’adolescente è una farfalla che sta uscendo dalla crisalide. La farfalla non sa quanto tempo ci vorrà e non sa nemmeno di che colore saranno le sue ali. È un’operazione sempre drammatica, a volte dolorosa. La farfalla non vuole consigli né aiuto: vuole solo calma, silenzio intorno e nessun occhio indiscreto.

Non so se tutto questo vi è chiaro, cari progressisti e tradizionalisti. Morbosi guardoni di pubertà altrui.

Che dite? Lo vogliamo fare un bel Minnesota di gruppo?

(1) MMPI, ovvero Minnesota Multiphasic Personality Inventory: test per diagnosticare problemi sociali, di personalità e comportamentali.

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