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Il rilancio e la valorizzazione di un territorio possono passare anche attraverso videogiochi ed edutainment. Questa la sfida lanciata alcuni mesi fa da una cordata di imprese, enti pubblici, associazioni culturali e docenti universitari che, sotto il coordinamento di PlayMarche srl – spin off dell’Università di Macerata e dell’Istituto Omnicomprensivo Amandola, si sono aggiudicati il bando ministeriale per le scuole “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione”.

Videogiochi: il serious game “Borghi e sentieri dei Sibillini”

«I progetti di sviluppo economico e sociale del territorio – spiega il coordinatore scientifico Roberto Perna, professore di archeologia dell’Università di Macerata –  devono basarsi su un’approfondita conoscenza di quelle caratteristiche che lo rendono unico ed inconfondibile. Soprattutto in un’epoca di globalizzazione nella quale anche l’uso delle nuove tecnologie rischia di appiattirne e dunque impoverirne l’immagine. Facendoci porre l’attenzione più sui mezzi che sui contenuti».

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“Borghi e sentieri dei Sibillini”

Nel percorso “Borghi e sentieri dei Sibillini” sono stati coinvolti gli alunni delle scuole secondarie di primo grado di Amandola, Montefortino. Santa Vittoria in Matenano e dell’Istituto Comprensivo Interprovinciale dei Sibillini. Oltre agli studenti di alcune classi dell’Istituto Tecnico Economico. Tutti hanno focalizzato l’attenzione sulla valorizzazione del territorio con l’utilizzo di nuovi linguaggi, sviluppando competenze di programmazione digitale attraverso la realizzazione di un pacchetto di serious game per raccontare in maniera innovativa il territorio.

“Borghi e Sentieri dei Sibillini” – spiega l’amministratore delegato di PlayMarche Michele Spagnuolo – nasce dalla volontà di rendere fruibile ai nostri giovani la scoperta e la riscoperta del territorio di riferimento. Un territorio fortemente colpito dagli effetti del sisma del 2016. Sono contento che il progetto abbia trasferito competenze trasversali, sia tecniche sia metodologiche e organizzative. Credo fortemente che le nuove tecnologie applicate al patrimonio culturale possano essere una reale opportunità per il futuro professionale e lavorativo degli studenti. E’ stata una bellissima esperienza, stimolante e arricchente. Spero vivamente che si possa ripetere nel tempo!” ».

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