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Italia Nostra torna a proporre l’utilizzo dell’ex Convento di San Domenico per ospitare un Centro di Studio e Documentazione della pittura di Crivelli e dei Crivelleschi. Il presidente della sezione ascolana Gaetano Rinaldi, infatti, ha scritto al sindaco Marco Fioravanti e al Soprintendente Marche Sud Rosella Bellesi la lettera di cui riportiamo il testo.

Italia Nostra: la città di Ascoli deve un riconoscimento al Crivelli

“Carlo Crivelli, un  tardivo dovuto risarcimento.

Carlo Crivelli, veneziano di nascita, divenne poi, cittadino di Ascoli. Qui contrasse matrimonio, ebbe due figli e tenne una prestigiosa bottega che probabilmente  era ubicata nel quartiere di San Biagio, dove l’artista risiedeva.

In questa bottega furono realizzati numerosi capolavori, che purtroppo per probabile insipienza non si è avuta l’accortezza di conservare nella nostra città. Nè in altri luoghi delle Marche. Consentendone la dispersione  nei quattro angoli della terra. Fortunatamente è rimasta ad Ascoli l’opera più spettacolare: il prestigioso Polittico che si può ammirare, nel suo commovente splendore, nella Cappella del SS. Sacramento della cattedrale.

Delle opere sicuramente  presenti ad Ascoli hanno preso la via della dispersione due polittici che erano esposti nella Chiesa del Convento di San Domenico. Più la famosissima Annunciazione, realizzata per festeggiare la Libertas Ecclesiastica concessa alla città. Quest’opera  si distingue dalle altre realizzate dal Maestro in quanto riproduce angoli della città (forse della zona dove risiedeva) con personaggi del posto e scene di vita quotidiana. Il tutto mentre Sant’Emidio con amore mostra all’angelo annunziante l’immagine della città con le sue caratteristiche torri.

La dispersione di questa opera è sicuramente una perdita irrimediabile per l’immagine della città e per la sua storia.

Così come è una perdita imperdonabile la scomparsa di ogni segno che possa indicare dove è stato  sepolto il corpo dell’artista, sepoltura effettuata, forse, in una fossa comune. Certo è stato un trattamento che il grande artista non meritava.

Da qui l’esigenza, come un parziale tardivo risarcimento, di creare il Centro di Studio e Documentazione della pittura di Crivelli e dei Crivelleschi. Un Centro dove poter studiare ed approfondire la vicenda del grande artista, riprodurre ed esporre le sue opere disperse. Nonchè indagare e scoprire dove si trovavano la sua residenza e la bottega dove ha realizzato tanti capolavori. E, per ultimo, dove riposano le sue ossa.

E’ il minimo che la nostra città possa fare per farsi perdonare del trattamento che gli è stato riservato.

Oltre tutto, la realizzazione del Centro sarebbe uno strumento fondamentale per esaltare l’immagine della città. Dando così un risposta positiva alle sollecitazioni che già nel lontano 1994 il prof. Pietro Zampetti , notoriamente il più importante studioso della pittura rinascimentale marchigiana e Adriatica, concordava sulla esigenza di realizzare il Centro proposto dalla Sezione di Italia Nostra.

E’ quindi viva la speranza che si decida finalmente di utilizzare qualche ambiente del Convento di San Domenico, in particolare lo spazio della palestra che occup  i locali dell’antica Chiesa dove, come già accennato,  erano presenti due polittici del Crivelli, tra cui quello detto Demidoff, ora esposti in gran parte nella National Gallery di Londra. E forse anche una terza opera di cui non si conosce la sorte.

Purtroppo anche questa volta forse di tratta di un vuota speranza.

Italia Nostra, per quanto le compete, continuerà a lottare perché  si realizzi questo Centro con impegno ad elaborare gratuitamente un primo progetto di massima. Nell’augurio che prima o poi si comprenda che solo con la realizzazione del Centro e di altre iniziative simili si potranno rilanciare l’immagine e il ruolo della città. Facendola così uscire dallo stato di sostanziale crisi demografica, economica e sociale in cui da tempo giace.”

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