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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il movimento “Ambiente Salute Piceno” fa leva sulla tutela del patrimonio per fermare l’istallazione dello stoccaggio gas a Porto d’Ascoli. Alfredo Vitali, Massimo Bartolozzi, Johnny Perozzi, Adriano Mei e l’avvocato Corrado Canafoglia si affidano alla Costituzione e alle direttive Comunitarie per schierarsi contro l’impianto. “Se una casa valeva cento e dopo varrà 50, per quale motivo dovrei accettarlo? Non puoi derubarmi del mio valore” questa una delle dichiarazioni condivise ieri, sabato 31 marzo.

GLI INTENTI – Proteggere i proprio beni è l’obiettivo dell’associazione che punta a una prima adesione di 200 persone, raccogliendo deleghe dei residenti o commercianti. Attraverso questo movimento, quindi, chi teme che la centrale svaluterà i propri immobili informerà il Comune che se proseguirà l’iter di delibera della costruzione dell’impianto si ritroveranno a risarcire gli ipotetici danni.

BENE CITTADINO E IMPRESA – Con tale iniziativa si rivolge un attacco diretto a tutta la classe politica, dal Ministero alle singole amministrazioni. Si aggiunge, poi, una riflessione sulla natura economica del territorio sambenedettese che porta a riflettere se turismo e impianto di stoccaggio possano convivere in una realtà ambientale come la nostra, in cui il mare, la rivalutazione della Riserva Sentina e i vicini colli rappresentano le più alte risorse.