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FERMO – Con Mandragola di Niccolò Machiavelli, prende avvio al Teatro dell’Aquila di Fermo la rassegna Classico contemporaneo, iniziativa promossa dal Comune e dall’Amat, in collaborazione con la Regione Marche e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’iniziativa, dedicata alle esperienze più giovani della scena, affianca da anni, con successo, la stagione di prosa. Tre gli appuntamenti in calendario: oltre alla Mandragola, in scena domani sera alle 21, il 20 febbraio sarà la volta di Di a da in con su per tra fra –Shakespeare – Una storia d’amore, mentre il 19 marzo, sul palco The End. Tutti gli spettacoli hanno il costo vantaggioso di 10 euro e 5 euro per il ridotto. 

SCUOLA DI PLATEA – Con Classico Contemporaneo torna anche Scuola di platea, progetto di introduzione al teatro rivolto agli studenti degli istituti superiori di Fermo, finalizzato ad avvicinare i ragazzi al mondo teatrale, grazie all’incontro con le compagnie che portano in scena gli spettacoli della rassegna. Oltre ad assistere alle rappresentazioni, infatti, i ragazzi avranno modo di partecipare ad incontri propedeutici e di confronto con gli attori e i registi. I seminari preliminari hanno lo scopo di tracciare alcune linee di lettura dell’opera teatrale attraverso l’ausilio di strumenti critici.

 

MANDRAGOLA – Partenza con un grande classico, quindi, proposto della messa in scenda di Arca Azzurra e diretto da Uto Chiti, per quella che viene definita “la commedia perfetta”, vero e proprio prototipo di tutta la letteratura teatrale italiana cinque e seicentesca. La beffa che porta Callimaco nel letto della bella Lucrezia, approfittando della dabbenaggine dell’anziano marito di lei messer Nicia, con l’aiuto del mezzano Ligurio e del cinismo di Fra Timoteo, era da moltissimi anni nei piani della compagnia e del suo drammaturgo Ugo Chiti. Nell’affrontare Mandragola Chiti ha scelto un approccio diverso rispetto a tutti i suoi precedenti adattamenti, quasi sempre caratterizzati da una totale riscrittura del lavoro da rappresentare, che pur mantenendone personaggi, caratteri, situazioni si muoveva con grande libertà all’interno dei testi originali, in favore del linguaggio forte colorito e fortemente caratterizzato da espressioni dialettali. Questa volta, in presenza di una “macchina drammaturgicamente perfetta”, Chiti si muove con l’occhio sempre puntato sul testo originale operando una precisa distinzione all’interno della commedia tra le scene che descrivono direttamente l’azione della “beffa” ai danni dell’ingenuo Nicia e quelle nelle quali si gioca la descrizione dei caratteri dei personaggi che sono riscritti con la libertà dei testi precedenti. Chiti, inoltre, toglie le canzoni presenti prima del prologo e alla fine di ognuno dei cinque atti e affida il prologo stesso e la conclusione delle scene che segnano la fine dei vari atti, alle considerazioni di un personaggio di sua totale invenzione, una Ninfa che commenta l’azione e ne trae premesse e conclusioni. Gli studenti fermani incontreranno la compagnia  mercoledì 7 novembre dalle ore 11.30 presso il Centro Congressi San Martino. (Alice Tarantini)