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ASCOLI PICENO – Fatti e risposte. Sono queste le richieste principali di Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Casartigiani della provincia di Ascoli, che oggi, presso la Camera di Commercio hanno incontrato i candidati locali che si presenteranno alle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio. L’incontro è avvenuto nella giornata di mobilitazione nazionale organizzata dagli enti sopracitati per denunciare la drammatica situazione in cui versano le piccole e medie imprese del terziario. Durante questo confronto, è stato anche presentato un documento unitario firmato dalle 5 associazioni.

 PARLANO LE ASSOCIAZIONI – “Siamo arrivati ad un punto in cui le nostre aziende non ce la fanno più – afferma il presidente Confcommercio Ascoli, Fausto Calabresi – vogliamo sensibilizzare coloro che ci rappresenteranno a Roma sui temi del lavoro, della pressione fiscale, del credito e della burocrazia. Stiamo parlando di problemi che devono avere una soluzione al più presto”.

“La politica è lontana anni luce dalla vita reale – chiosa Moreno Bruni, presidente di Confartigianato Ascoli – Stiamo vivendo un momento di difficoltà mai riscontrato in precedenza. Tante aziende non ci sono più. Chi ci governa chiede che vengano fatti dei sacrifici, ma sono proprio loro i primi non farli. Chiediamo dunque a gran voce che la politica torni ad avere un rapporto più stretto con i cittadini e con i lavoratori. Insomma, vogliamo meno parole e più fatti”.

“Spero che i candidati della nostra Provincia si ricordino da dove provengono – dichiara Gino Sabatini, presidente Cna Ascoli – la piccola e media impresa ha fatto la storia del nostro Paese, ma oggi si trova ad affrontare una crisi devastante. Il costo del lavoro è troppo alto, quindi rimane ben poco ai nostri dipendenti. Bisogna investire e creare inoltre delle sinergie per far ripartire il settore dell’edilizia. Se parliamo di Iva, trovo deleterio l’aumento che c’è stato”.

“Questa non è una crisi, ma uno stato di fatto – dice Bruno Traini, presidente Confesercenti Ascoli – dobbiamo tornare a lavorare. Ma la spinta deve venire dagli stessi imprenditori, altrimenti se continuiamo a piangere non andiamo da nessuna parte”.

I PUNTI CHIAVE – Ridurre la pressione fiscale, dare nuovo credito alle imprese, proseguire nell’azione di semplificazione, sviluppare le imprese per lo sviluppo del mercato del lavoro, investire su infrastrutture ed energia per competere. Sono questi i punti chiave che secondo Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Casartigiani faranno ripartire l’economia.

LE RISPOSTE DEI POLITICI – “Si deve fare massa critica, ma in questo la politica deve essere aiutata dal territorio stesso – tuona Luciano Agostini, candidato alla Camera del Partito Democratico – per quanto riguarda i costi della politica, qualcosa è stato fatto: sono stati aboliti i vitalizi e ridotto del 50% il finanziamento ai partiti. Continuo a sostenere che sia necessaria una riforma per la riorganizzazione dello Stato. Inoltre, si deve abbassare il costo del lavoro, combattere l’evasione fiscale e ci deve essere una maggiore liberalizzazione. Entrando più nello specifico di casa nostra, in un quadro abbastanza opaco l’export rappresenta una speranza. Le nostre imprese hanno ripreso ad esportare, quindi si devono attuare delle politiche volte a far sviluppare questo settore”.

“Si dovrebbe puntare sulla delocalizzazione di ritorno, come piccola e parziale risposta alla crisi occupazionale – spiega Valeriano Camela, candidato Udc alla Camera, facendo riferimento all’esempio della Multinazionale svedese Ikea – Per fare ciò si deve migliorare la capacità attrattiva del nostro territorio, magari con dei pacchetti che agiscano sul fronte dei servizi, delle infrastrutture e del credito. Si potrebbero applicare delle agevolazioni fiscali, come ad esempio la sospensione per 2-3 anni dell’addizionale regionale Irap dello 0,83%”.

“Il nostro territorio manca di pianificazione a tutti i livelli – spiega Anna Casini, candidata del Partito Democratico al Senato – Si parla di Green Economy, poi non ci si trova d’accordo su nulla. Inoltre denuncio la mancanza di infrastrutture. Vorrei ricordare che siamo stati l’unico partito a mitigare in parte la famosa legge Porcellum attraverso 3 elezioni primarie”.