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ASCOLI PICENO – “Indovina chi viene a cena” era il titolo di un famoso film di Stanley Kramer nel quale Spencer Tracy e Katharine Hepburn hanno a che fare con un ospite inatteso e sconvolgente.  Ma se invece di una cena si trattasse di un talk show televisivo come Porta a Porta, e al posto dei soliti politici, vallette e schettini, gli ospiti fossero niente meno che i maggiori  rappresentanti del pensiero filosofico ellenico come il divino Platone, un Aristotele geloso, e se il plastico della villetta di Avetrana, fosse sostituito con quello dell’Acropoli, come reagireste?

E’ un viaggio fantasioso attraverso temi contemporanei quello che compie Giovanna Zucca, autrice di “Guarda c’è Platone in Tv”, alle prese con il suo secondo lavoro dopo il successo di “Mani calde“. La incontriamo alla presentazione del suo libro alla Libreria Rinascita di Ascoli Piceno, durante l’iniziativa “Scrittori a scuola“, ed è un gruppo colorato e attento di studenti ascolani delle classi 4° e 5° dell’Istituto superiore G. Mazzocchi che ci fa conoscere l’autrice e il suo nuovo lavoro.

Il libro nasce da una rielaborazione della tesi di laurea in filosofia di Giovanna, titolo conseguito per pura passione o meglio “per amore non corrisposto ” come dichiara lei stessa, perché nella vita si occupa di tutt’altro, lavorando come infermiera strumentista e aiuto anestesista. L’autrice piemontese  utilizza la filosofia narrata “per creare figure retoriche che la aiutano nel quotidiano”. Cosa sarebbe infatti la filosofia se non potesse essere applicata e compresa nella vita di tutti i giorni? Nel suo caso ad esempio, le chiediamo come riesca una persona che svolge una professione medico-scientifica, conciliarla con una passione metafisica, e il risultato sta “nel mettere nell’una qualcosa dell’altra, perché la filosofia aiuta a trovare un senso anche quando le cose sembrano non averlo” o, nel caso contrario, aiuta a “dare il vero valore alle cose”, concetto che in una società basata prevalentemente sul consumismo e sulla creazione del bisogno come strumento di raggiungimento della felicità, “aiuta a comprendere – come scriveva Epicuro – che il vero senso si trova nella coltivazione degli affetti, perché la felicità non è altro che una disposizione dell’anima” .

Durante la trasmissione  e l’avvicendarsi delle gag dei personaggi, molti dei concetti più complessi del pensiero classico vengono “tradotti” per il linguaggio comune, perché anche una famiglia modesta o un gruppo di ragazzi in piena crisi adolescenziale possano capirne i contenuti. E gli stessi filosofi vengono resi dall’autrice , più umani, incarnano le debolezze e le peculiarità dei nostri giorni: un Platone che sbircia le gambe della valletta (alla faccia del concetto di amore platonico), un Cartesio/vanesio in preda ad un delirio di onnipotenza che viene internato e lasciato dietro le quinte. La discussione fra i filosofi è accesa e reale, soprattutto quando si trattano temi quali l’etica e la politica e, come sostiene la scrittrice “abbiamo nostalgia di quelle concezioni di eticità e politica: oggi i dirigenti della nostra classe politica non sono in grado di sostenere un dibattito, si offendono, si insultano, si parlano sopra, con l’unico intento di non farci capire nulla. Dovrebbero re imparare dagli esempi del passato”.

Ma cosa guarderebbero oggi in tv se fossero ancora in vita i nostri filosofi? “Sicuramente tutto ma poco: i tg, alcuni film, sicuramente i programmi di National Geographic. Magari non resisterebbero due ore dinanzi ai sessantenni che ballano il valzer dalla De Filippi, ma nulla toglie – continua Giovanna – che anche loro possano divertirsi con l’intrattenimento. In fondo anche la Polis era ricca di pettegolezzi”.