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ANCONA – I dati emersi dall’indagine “Giuria della Congiuntura” di Unioncamere Marche confermano il trend negativo del 2012. Infatti, il fatturato estero delle imprese marchigiane è aumentato del 2,3 per cento nell’ultimo trimestre del 2012 ma si mantiene in forte calo produzione (-6,2), fatturato totale (-6,5) e ordinativi (-6,7). Solo il 27 per cento delle imprese ha investiti nel corso dell’anno. Le vendite sui mercati esteri frenano la crisi del sistema manifatturiero marchigiano negli ultimi tre mesi del 2012, ma non riescono ad invertire una perdita costante di produzione, fatturato e ordinativi, che si protrae ormai da ottobre 2011.

Ad aumentare la preoccupazione delle imprese c’è la convinzione che anche il primo trimestre del 2013 si chiuderà con un ulteriore calo della produzione. Lo afferma il 33 per cento degli imprenditori intervistati da Unioncamere mentre il 50 per cento prevede una situazione di stabilità e solo il 18 per cento pensa di produrre di più. Per quanto riguarda il fatturato, la percentuale di imprenditori che prevede una nuova contrazione sale al 35 per cento mentre il 15 si aspetta di aumentarlo. Infine gli ordinativi, alla fine di marzo saranno diminuiti ancora per il 33 per cento delle aziende e aumentati per il 12 per cento. Una percentuale che per le imprese esportatrici sale al 33 per cento mentre solo il 25 per cento prevede di diminuirli.

 

“Questa situazione – afferma il presidente Unioncamere Marche, Adriano Federici – richiederebbe un Governo in grado di fare le riforme necessarie sul piano istituzionale, elettorale ed economico, tagliando i costi della politica e destinando risorse al lavoro e alla crescita. È urgente una progressiva riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoro, insieme al superamento di inefficienze, improduttività e sprechi della spesa pubblica. Infine servono politiche industriali efficaci che non possono prescindere dal territorio e dalle sue comunità”.
La crisi coinvolge tutto il territorio marchigiano, senza variazioni significative tra le cinque Province. Si va da un calo produttivo del 6,9 per cento a Fermo ad una contrazione del 5,4 per cento ad Ancona, passando per Macerata (-6,6), Ascoli (-6,5) e Pesaro (-6,1). Una situazione che si ripercuote sul grado di utilizzo degli impianti che, tra ottobre e dicembre del 2012, è stato soltanto del 74,1 per cento.