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A volte la follia più grande risiede proprio nella volontà di giustificare la follia stessa. Cosa rende un uomo accecato dalla gelosia più folle di chi segue con una scaramanzia maniacale le partite di football, o di chi finge una vita felice e sfoga la rabbia repressa devastando il garage ascoltando heavy metal? Eppure il pazzo è Pat (Bradley Cooper), finito in un ospedale psichiatrico dopo aver picchiato l’amante di sua moglie. >Una volta uscito, il suo scopo diventa soltanto quello di ritrovare equilibrio e serenità, di superare i propri limiti e riconquistare così Nikki, da cui lo tiene lontano un’ingiunzione restrittiva.

Pat affronterà il lungo percorso verso la ricerca del “lato positivo” con l’aiuto di Tiffany (Jennifer Lawrence), una giovane vedova problematica, e del padre (Robert De Niro), allibratore maniaco del football, con il quale cercherà di recuperare un rapporto.

Il film, candidato a otto premi Oscar nel 2013 e vincitore di quello per la migliore attrice protagonista, offre diversi spunti interessanti per riflettere sul tema della follia e dei rapporti umani.

Si passa attraverso l’amicizia, il rispetto, l’amore, la gelosia, la rabbia, lo sconforto, fino ad arrivare all’esasperazione e alla pazzia. Ogni personaggio assume un ruolo fondamentale per l’amalgama della storia, creando un insieme armonico e ben strutturato. La prima parte del film alterna dialoghi carichi di intelligente ironia a momenti drammatici in cui emerge la capacità recitativa degli attori, dando la sensazione di trovarsi di fronte a un’opera potenzialmente superiore ai recenti pari genere. Il registro cambia però drasticamente nella seconda parte, in cui l’equilibrio poetico fin qui ottimamente raggiunto si rompe, scivolando verso i clichés della commedia sentimentale americana.

Se all’inizio la storia viene quasi suggerita e gli eventi presentati attraverso input, di colpo si passa a una banale e melensa prevedibilità che lentamente si adagia fino all’ovvio finale.

Resta nel complesso un’opera interessante, difficilmente annoverabile tra i capolavori, ma sicuramente in grado di rappresentare un buon prodotto, soprattutto per la fragilità dei temi trattati.

REGIA: David Russell

ANNO: 2012

GENERE: Commedia

DURATA: 118 minuti

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