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L’evoluzione tecnologica applicata alla cinematografia ha portato a un aumento esponenziale delle pellicole in 3D. Se in alcuni casi il risultato è di una gradevole armonia tra effetti speciali e fluidità della storia, in altri la sensazione è quella di un’eccessiva ricerca di stupire il pubblico. Capitan Harlock, basato sul manga di Leiji Matsumoto è un film visivamente sorprendente, in cui l’utilizzo del 3D si rivela un utile arricchimento, seppure non sempre indispensabile.

La storia comincia nel 2977. La Terra è un territorio mantenuto inviolabile dalla dittatura della Gaia Sanction. La popolazione dell’Universo è composta in gran parte dagli esiliati che sognano di fare ritorno sul pianeta. Tra loro c’è Capitan Harlock, che alla guida della nave Arcadia si oppone da un secolo al controllo della coalizione, sognando di liberare la Terra per concedere alla popolazione soggiogata un nuovo inizio. Alla sua ciurma si unisce Yama, infiltrato della Gaia Fleet comandata dal fratello Ezra. Ma il carisma del Capitano minerà le sicurezze del ragazzo, che si troverà a combattere con i propri dubbi per scegliere la strada da seguire.

Se le premesse seguono lo spirito del manga originale, lo sviluppo della trama lascia il Capitano sullo sfondo, concentrandosi maggiormente sull’integrazione di Yama. Il mito di Harlock non si consacra attraverso le sue gesta eroiche, ma solo tramite le parole della ciurma. I suoi interventi, limitati a ordini e frasi ad effetto, consegnano il ruolo di protagonista al ragazzo e alla sua lotta col fratello e con i propri dubbi.

Le aspettative sono determinanti per l’approccio al film: gli over 30 che, richiamati dal titolo, si aspettano la versione moderna del vecchio manga, difficilmente saranno appagati. C’è ben poco del romanticismo e degli ideali dell’opera originale, in luogo di un’abbondanza di effetti visivi e scenici che non danno spazio a una trama degna del nome.

La trama, infatti, è la parte debole di Capitan Harlock. Non solo a causa di dialoghi talvolta imbarazzanti, ma soprattutto per le tante, troppe incongruenze. Pur trattandosi di un film di animazione appartenente al genere fantascientifico, è lecito attendersi che alla fine non resti nulla in sospeso. Ciò non accade, anzi sono molte le domande destinate a restare senza risposta. Dall’ironia di una nave avveniristica autoriparante che però viene pulita con un aspirapolvere a filo, fino agli elementi principali e funzionali alla storia, bisogna fare un grande sforzo per chiudere un occhio di fronte alle contraddizioni. Infine, ci si chiede anche il motivo di insistere sul cliché delle guerriere sexy immerse in tutine attillate e improbabili, che combattono a fianco di uomini obesi e muniti di enormi armature.

Si torna quindi all’importanza delle aspettative. Capitan Harlock necessita di un approccio sostanzialmente superficiale, mirato a un appagamento visivo sicuramente senza precedenti, e soprattutto senza la pretesa che ogni pezzo del puzzle filmico combaci con gli altri.

REGIA: Shinjii Aramaki

ANNO: 2013

GENERE: Animazione, Fantascienza

DURATA: 115 minuti

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