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A volte, per strane congiunture astrali, sembra che certi avvenimenti si verifichino a breve distanza l’uno dall’altro come se si trattasse di un segno del destino. Con questo post vorrei condividere con voi una di queste situazioni speciali che sembrano dimostrare che c’è un ordine speciale nelle cose. Allora sabato è stato l’otto marzo ma non ho dedicato il post passato alla questione femminile. Un po’ per evitare il marasma della settimana di “riflessione sulla questione della donna” che sembra un biglietto da pagare al politically correct, un po’ perché avevo già in serbo una serie di eventi speciali questa settimana. Mi spiego. Come sapete la libreria ospita eventi e progetti e caso vuole che questa settimana siano al centro del nostro calendario due presentazioni legate a libri davvero interessanti che a mio giudizio parlano, in modo diverso, di donne e alle donne.

Il primo volume a cui mi riferisco è il libro Il male che si deve raccontare, di Simonetta Agnello Hornby e Marina Calloni. Questo libro, durissimo, verrà presentato dal Club Soroptimst in collaborazione con Isml e Libreria Rinascita sabato 15 marzo, come primo di due eventi legati al tema del femminicidio e della violenza sulle donne (il secondo incontro, già in cantiere si terrà sempre a Rinascita il 12 Aprile e sarà dedicato al libro di Cinzia Tani, Mia per sempre). La violenza e il modo distorto con cui l’idea del femminile viene vissuta dalla società mescola in modo inquietante retaggi di antiche sottomissioni e prevaricazioni con una nuova cultura della riduzione della persona a corpo, da esporre, possedere, vendere e perché no, distruggere. Questo libro che è una denuncia e il racconto di un progetto di liberazione delle donne vittime di violenze cerca di mostrare come i meccanismi di abuso siano innanzi tutto una pericolosa mescolanza di imposizione fisica e psicologica e come sia necessario uno sforzo collettivo per uscirne. Ma a ben guardare la violenza nei confronti del femminile si esplica in forme anche molto diverse ma non per questo meno devastanti.

A ricordarci di ciò ci penserà l’evento che si terrà il 12 marzo nell’ambito del nostro progetto Scrittori a Scuola. I ragazzi del Liceo Scientifico di Ascoli Piceno presenteranno il libro Cate io (vincitore del premio Campiello Opera Prima 2013). Il volume scritto da giovane Prof. Matteo Cellini è la storia dolce amare di Caterina, un’adolescente che vive con difficoltà il proprio corpo fino ad arrivare ad avere problemi di bulimia. Non credo sia una provocazione (e neppure un’ovvietà) affermare che l’imposizione di modelli di bellezza irreali e distorti fatta a tutte le ore dai mezzi di comunicazione sia una forma di violenza sulle persone, sulle donne in particolare. Se le ragazze vivono la propria corporeità con tanti problemi è perché vengono su con l’idea che la loro dignità passa attraverso la taglia dei jeans che indossano e che il loro valore dunque dipende da un giudizio puramente estetico e che devono ricevere da altri. Tutto ciò non è che una delle due facce della stessa medaglia terribile che, dopo aver ridotto il femminile ad un corpo da sottoporre a giudizio estetico, lo rende oggetto di possesso da parte dell’altro che ne dispone come vuole fino alla distruzione. Per far uscire il nostro mondo da questo meccanismo perverso occorre rieducare sia le donne alla loro dignità che gli uomini alla relazione. Per far questo proviamo ripartendo dai libri, come sempre, che raccontandoci storie e fatti possono aiutarci a capire ed essere migliori. Raccontatemi le vostre letture a info@bibliodiversita.it