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ASCOLI PICENO – Inizierà già da questo fine settimana la raccolta firme, organizzata da Fratelli d’Italia, per il referendum sull’abrogazione della Legge Merlin. L’iniziativa è stata presentata dal consigliere regionale Giulio Natali e dall’avvocato Paolo Travaglini, candidato del partito alle prossime comunali. Il 20 febbraio 1958 vennero chiuse in Italia le case di tolleranza e furono introdotti i reati attorno l’esercizio e lo sfruttamento della prostituzione. Oggi, a distanza di più di cinquanta anni, la situazione è sempre più critica e gli arresti avvenuti pochi giorni fa in vallata sono la dimostrazione di quanto siano forti gli interessi della criminalità sul tema, con gravi conseguenze sia per quanto riguarda la sicurezza che per la salute delle ragazze, spesso ridotte in schiavitù, e anche dei clienti. Per questo Fratelli d’Italia appoggerà il referendum proposto dalla Lega Nord per l’abolizione della Legge Merlin, nella speranza che anche gli altri partiti, di qualsiasi schieramento, facciano lo stesso.

“La politica non può continuare a far finta di niente di fronte a questa situazione – spiega Natali – e da subito inizieremo a raccogliere le firme per il referendum. Ne occorreranno 500.000 per farlo passare oppure che cinque Regioni facciano un progetto di legge. Finora solo la Lombardia lo ha fatto, il Friuli è a buon punto e pare anche il Veneto, la prossima settimana assieme al consigliere Zaffini della Lega faremo la proposta anche noi in regione, nella speranza che si trovi l’appoggio anche delle altre forze politiche. Le cose così come stanno adesso sono inaccettabili, con la riapertura delle case chiuse si avrebbero vantaggio su tutti i fronti. Per prima cosa ci sarebbe una maggior tutela per le ragazze sia dal punto di vista sanitario che dell’incolumità, poi si darebbe un duro colpo a tutte quelle organizzazioni criminali che lucrano sulla pelle di queste donne, restituendo anche decoro a tutte quelle strade e zone interessate dal fenomeno. Infine anche dal punto di vista economico per lo Stato sarebbe un vantaggio, visto i forti introiti che ne deriverebbero dalla tassazione cui sarebbero sottoposte le prostitute, proprio come avviene negli altri paesi europei”.